Atac non paga e un fornitore va in tribunale: 30 giorni per evitare la dichiarazione di fallimento
Il rischio di fallimento ora è concreto, e ci sono trenta giorni per correre ai ripari. A rendere noto che un fornitore ha deciso di portare Atac in tribunale per far dichiarare l'azienda del trasporto pubblico romano insolvente, è riportata questa mattina dal quotidiano il Messaggero. Si tratterebbe di uno dei fornitori di carburante, deciso ad avere certezza del rientro dell'esposizione verso la municipalizzata capitolina che con 12mila dipendenti ha debito per 1,2 miliardi di euro.
Atac: 30 giorni per evitare il fallimento
Ora inizia una vera e propria corsa contro il tempo per salvare Atac. La strada scelta dal governo della città targato Movimento 5 stelle e dalla sindaca Virginia Raggi è quella di un concordato, ovvero di un piano di rientro sotto la guida di un commissario. Una scelta che prevede la proroga dell'affidamento ad Atac del servizio, ben oltre la scadenza del 2018, evitando la messa a gara: così si disinnescherebbe il referendum promosso dai Radicali sulla liberalizzazione, e si darebbe fiducia ai creditori di rientrare delle loro spettanze.
Il 7 settembre il consiglio comunale straordinario su Atac
Una scelta che dovrà passare per le forche caudine del dibattito in aula Giulio Cesare, che inizierà il prossimo 7 settembre con il consiglio straordinario sul futuro del trasporto pubblico. Anche i sindacati annunciano battaglia: le organizzazioni dei lavoratori sono preoccupate delle ricadute occupazionali di un eventuale concordato. Quel che è certo è che il M5s è intenzionato a mantenere saldamente sotto il controllo pubblico Atac.
Il direttore operativo Giraudi pronto alle dimissioni
Il percorso per salvare Atac dal fallimento inizia oggi con il cda dell'azienda. Un appuntamento a cui il management arriva ulteriormente indebolito: sarebbe pronto alle dimissioni il direttore operativo di Atac Alberto Giraudi. Dopo lo scontro tra l'amministrazione e l'ex dg Bruno Rota che ha portato alla cacciata di quest'ultimo, dopo il siluramento dell'assessore Andrea Mazzillo, per nulla convinto della strada intrapresa per il risanamento dell'azienda, ora un altro nome di peso è un passo dall'addio proprio nel momento più delicato.