Arresto Marra, opposizioni contro Raggi. Nel M5s è resa dei conti
Le opposizioni, da destra a sinistra, chiedono a Virginia Raggi di lasciare, o almeno di chiarire in merito all'arresto per corruzione di Raffaele Marra, fedelissimo della sindaca difeso in tutto e per tutto in questi lunghi 5 mesi di governo pentastellato a Roma. Già da tempo c'era chi nel MoVimento chiedeva che Marra fosse allontanato: troppo le ombre sul suo passato. Così, quando oggi è arrivata la notizia del suo arresto per corruzione assieme al costruttore Sergio Scarpellini, è partita immediata la resa dei conti, celata dietro il silenzio della maggior parte dei big nazionali del Movimento 5 stelle. Annullata la partenza per Siena, dove i parlamentari dovevano inscenare un flash mob sul caso Mps.
La reazione più attesa era forse la sua, quella di Roberta Lombardi, che aveva parlato di Marra come "del virus che infetta il MoVimento". Allontanata dal minidirettorio romano per aver chiesto che fosse escluso definitivamente dalle stanze di Palazzo Senatorio. E la parlamentare grillina interviene citando Martin Luther King in un post su Facebook: "La vigliaccheria chiede: è sicuro? L'opportunità chiede: è conveniente?La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l'ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta.
A parlare, in un'intervista a la Repubblica, è anche l'ex membro del dismesso direttorio Carlo Sibilia. Il parlamentare di Avellino non si fa problemi a criticare l'operato di Virginia Raggi, spiegando che si tratta "di qualcosa che alcuni di noi avevano previsto". "Si poteva agire diversamente- rincara la dose – c'erano state le avvisaglie di quel che è accaduto oggi. Per questo è il momento di ringraziare i colleghi che ci avevano avvertito e Beppe Grillo, che ha dimostrato ancora una volta di averci visto lungo. Aveva chiesto a Virginia di fare a meno di Marra, ma non è stato ascoltato".
"E' il momento che qualcuno si prenda delle responsabilità politiche perché il Movimento non vada a sbattere su questa storia", aggiunge Sibilia, che sembra alludere agli esponenti di primo piano che hanno chiesto di dare fiducia all'operato di Virginia Raggi. E il primo nome è sicuramente quello di Luigi Di Maio, che in queste ore sarebbe sul banco degli imputati per il disastro romano: prima le dimissioni dell'assessore all'Ambiente Paola Muraro, raggiunta da un avviso di garanzia, ora si aggiunge l'arresto del braccio destro della sindaca.
Più diplomatico Raffaele Fico: "Adesso ci riuniamo tutti quanti e tireremo fuori una linea senza problemi, è giusto che la magistratura faccia il suo corso. Non c'è ombra di dubbio che è una cosa grave, gravissima". Intanto le opposizioni, a cominciare da Matteo Orfini, chiamano in causa le responsabilità dei vertici del M5s e dello stesso Beppe Grillo nella gestione del caso Roma.