Arrestato cittadino macedone per pericolo attentato: si addestrava ad attività terroristiche
Un uomo macedone è stato arrestato con l'accusa di terrorismo. Si ratta di Agim Miftarov, 29 anni. "La gravità e attualità dei fatti fa ritenere imminente e concreto il pericolo che dalle condotte dell'indagato scaturissero reati ancora più gravi quale quello di porre in essere un attentato attesa l'azione di auto addestramento compiuto". E' quanto scrive il giudice per le indagini preliminari Anna Maria Gavoni nell'ordinanza di custodia cautelare.
Nel provvedimento il giudice spiega che "risultano granitici elementi che dimostrano l'adesione dello stesso alla ideologia di organizzazione terroristiche estremistiche islamiste". Per il gip esistono "corposi elementi specifici che attestano la sussistenza di esigenze cautelari da imporre l'adozione della misura detentiva".
Le forze dell'ordine hanno passato al vaglio i suoi profili social e i movimenti in rete, notando una chiara adesione all'ideologia terroristica, con video e foto inneggianti l'Isis. Inoltre, aveva tentato di comprare armi sul web. L'uomo, infatti, si addestrava a compiere attività terroristiche e secondo quanto emerso dalle indagini, aveva come obiettivo quello di andarsene dall'Italia e intervenire in aree di crisi, come la Siria.
Chi è Agim Miftarov
Agim viveva come un eremita, provando terrore nei confronti delle forze dell'ordine. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Miftarov svolgeva l'attività di boscaiolo e viveva in un appartamento a Tolfa, in provincia di Viterbo. L'uomo non aveva vita sociale e aveva paura per possibili perquisizioni da parte dei carabinieri al punto da evitare di presentarsi al pronto soccorso dopo essersi procurato una ferita con un'ascia.
L'addestramento ad attività terroristiche
Agim Miftarov, si trovava ospite del Centro di permanenza per il rimpatrio a Palazzo San Gervasio, nel potentino dove si trovava dal 27 aprile scorso, dopo una perquisizione nell'ambito dello stesso procedimento penale. L'indagine dei Ros è iniziata nel 2009 e aveva come scopo quello di identificare profili social di soggetti a rischio di radicalizzazione jihadista. Secondo quanto appreso, il profilo Facebook del 29enne è stato notato degli inquirenti perché conteneva foto di terroristi armati.