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Apertura Metro C, per Marino “ci siamo quasi”

Dopo la mancata inaugurazione lo scorso 11 ottobre Marino rassicura i romani sui lavori della commissione guidata dal prof. Monorchi, ma la data per il taglio del nastro ancora non c’è. Continuano le polemiche per i costi impazziti.
A cura di Valerio Renzi
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"Ormai siamo prossimi. Stiamo aspettando la pronuncia della commissione del professor Monorchio su tutta la documentazione. Abbiamo parlato di persona venerdì e lui mi ha annunciato che questa settimana avrebbero esaminato tutto. Sto aspettando la sua opinione nelle prossime ore", queste le parole del sindaco Ignazio Marino interrogato sulla data di apertura della metro C. Lo scorso 8 ottobre infatti il sindaco era andato su tutte le furie per la mancata inaugurazione della tratta Pantano-Centocelle, attesa con un ritardo di appena tre anni e mezzo sul cronoprogramma del progetto iniziale. A bloccare tutto il ministero dei Trasporti: a non essere state eseguite in maniera adeguata i test sulla sicurezza e la formazione del personale. Il Campidoglio punta il dito contro il Consorzio Metro C (composto da Astaldi, gruppo Caltagirone, le Coop e l’Ansando Finmeccanica), che a sua volta se la prenda con Roma Metropolitane. A pagare per l'ennesimo pasticcio sono sopratutto i romani. Ma quando si inaugurerà davvero la prima tratta della Metro C? Marino non fa promesse ne cerchia date in rosso sul calendario, ma per la fine del mese il nastro rosso dovrebbe essere finalmente tagliato.

Metro C, non si fermano le polemiche sui costi

"Se mai sarà completata, la linea C della #metro rischia di essere l'opera pubblica più costosa del dopoguerra", scrive su twitter il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi.

Il cinguettio di Rossi parla dei costi astronomici già raggiunti per la realizzazione dell'opera: dai 2,7 miliardi previsti per l’intera linea lunga 25,6 chilometri si è già arrivati a 3,7 miliardi. Senza che i cantieri si siano ancora aperti nella tratta più complicata, quella che dovrebbe viaggiare sotto il centro storico lungo via Vittorio Emanuele. Dietro il lievitare dei costi non solo motivi "tecnici" secondo la Procura e la Corte dei Conti che continuano controlli incrociati e indagini. Già due le inchieste aperte. La prima riguarda l'ipotesi di un danno erariale per 368 milioni, e vede iscritti nel registro degli indagati 9 membri del vecchio consiglio di amministrazione di Roma Metropolitane e 12 del consorzio Metro C; la seconda inchiesta riguarda invece l’accordo siglato in fretta e furia tra Roma Metropolitane e il consorzio metro C grazie ad una delibera del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), per sbloccare i soldi che i costruttori pretendevano per non paralizzare i cantieri. Un accordo per 230 milioni, diventati per magia 320 all'atto della firma.

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