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Andrea Camilleri diventa professore emerito a Tor Vergata: “Morirò quando mi stuferò di scrivere”

L’università di Roma Tor Vergata ha conferito il titolo di professore emerito allo scrittore siciliano Andrea Camilleri. “Ringrazio commosso, realmente, dell’onore che mi viene fatto. Vi ringrazio per il calore umano, per l’affetto che ho sentito, mi state regalando una mattinata felice”, le parole dello scrittore.
A cura di Enrico Tata
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"Io ringrazio commosso, realmente, dell'onore che mi viene fatto. Vi ringrazio per il calore umano, per l'affetto che ho sentito, mi state regalando una mattinata felice. Non credo che uscendo da questa splendida università tutto vi sarà facile, io vi auguro di avere tutto il coraggio e la volontà di riuscire, ve lo auguro di tutto cuore". Così Andrea Camilleri nel corso della cerimonia che si è svolta questa mattina all'Università di Tor Vergata. Allo scrittore siciliano l'ateneo romano ha conferito il titolo di professore emerito. Camilleri, 92 anni e affetto da cecità da alcuni anni, ha risposto alle domande degli studenti e ha parlato del suo futuro: "Morirò il giorno stesso in cui mi sarò stufato di scrivere o mi sarà passata la voglia o non ce la farò più. Carlo Bo, grande critico, ha detto: ‘Io non so se la mia vita l'ho vissuta o l'ho letta'. Io posso dire che non so se la mia vita l'ho vissuta o l'ho scritta. Pirandello diceva: ‘La vita o la si scrive o la si vive'. No, la si vive e la si scrive".

Queste le motivazioni del conferimento lette da Marina Formica, delegata del Rettore alle iniziative culturali dell'Ateneo:

"Con la sua narrativa storica, con le sue drammaturgie, con le sue sceneggiature televisive, con le sue regie, con i suoi romanzi d'indagine, Andrea Camilleri rappresenta la memoria civile di almeno quattro diverse generazioni del nostro Paese, dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi. A Camilleri riesce il ‘miracoloso' impasto di una scrittura ricca di richiami letterari, in particolare dagli scrittori siciliani che lo hanno preceduto, da Pirandello a De Roberto, da Sciascia a Consolo, una scrittura che riesce a raggiungere l'animo popolare attraverso l'indagine poliziesca e l'invenzione fantasiosa di fatti spesso realmente accaduti ma sepolti in archivi impolverati".

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