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Amalia morta in uno stabile abbandonato, l’appello della madre: ‘Non archiviate il caso, qualcuno le ha fatto del male’

Il 2 maggio 2018 Amalia Voican, 21 anni, viene trovata senza vita in uno stabile abbandonato in zona San Giovanni a Roma. Il corpo è in stato di decomposizione e ancora non chiaro se la giovane sia morta per overdose o a seguito di violenze. Si attende ancora l’esito degli esami tossicologici e la chiusura delle indagini sulla sua tragica morte e la madre chiede a gran voce che non venga archiviato senza nessun colpevole.
A cura di Simona Berterame
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"Di te rimangono tantissimi ricordi, il tuo meraviglioso sorriso e la tua bellissima voce. Per noi rimarrai per sempre la parte migliore di tutto il peggiore". Un cartellone bianco con tante foto di Amalia Voican sorridente insieme alla sue amiche. Lo hanno realizzato loro per poi appenderlo dove è stato ritrovato il corpo della 21enne. Giovedì 2 maggio, ad un anno dalla sua tragica morte, amici e parenti di Amalia si sono ritrovati a via Atella per un momento di raccoglimento dove è stato ritrovato il suo corpo. Fiori, candele e tante lacrime per una giovane vita spezzata in circostanze ancora tutte da chiarire. La Procura di Roma sta tutt’ora indagando per cercare di fare luce sulla sua morte, ma c’è il rischio che il caso venga archiviato.

Insieme alle amiche della giovane c'è anche la mamma Viorica, volata dall'Inghilterra per portare un fiore alla figlia e per chiedere che sia fatta giustizia. "Vogliamo sapere cosa è successo in questa casa – spiega mentre osserva le persone portare fiori per la figlia – qualcuno sa qualcosa, vogliamo sapere la verità e il colpevole". Accanto a lei c'è l'avvocato Gianluca Fontana che sta seguendo il caso. "Il fascicolo era nato come fatto non costituente reato si è passato ad ipotizzare un 586, morte come conseguenza di altro reato a breve però avremo l'archiviazione da parte della Procura di Roma. Adesso non possiamo fare molto, attendiamo la chiusura delle indagini per poter leggere il fascicolo e capire come possiamo procedere".

La scomparsa di Amalia

Amalia, che si faceva chiamare Nena Panic, viveva da sola in Italia ed è stata vista per l'ultima volta il 16 aprile a Civita Castellana. Qualcuno dice di averla vista due giorni dopo alla stazione Termini di Roma. Poi il buio. La giovane aveva scelto di lasciare l'Inghilterra dove viveva insieme alla mamma per tornare a Roma, la città dove aveva vissuto l'infanzia. La madre tenta di dissuaderla ma Amalia non sente ragioni: ‘Ho tanti amici lì che possono aiutarmi, non preoccupatevi".

E saranno proprio le sue amiche a lanciare i primi appelli quando Amalia scompare nel nulla. Ricerche e appelli disperati quando Amalia probabilmente era già morta, buttata su un vecchio materasso con una coperta a coprirle il viso ormai ridotto ad uno scheletro. Il corpo in stato di decomposizione è probabilmente rimasto per giorni in uno stabile abbandonato, ritrovo di tossicodipendenti e sbandati, in via Atella zona San Giovanni. Nessuno tra quelli che frequentavano questo luogo diede l'allarme, in tanti hanno dormito con il cadavere di Amalia a pochi passi.

A dare l'allarme è stato il proprietario dell'officina chiamerà le forze dell'ordine insospettito dal cattivo odore proveniente dalla casa demaniale abbandonata che si trova a pochi passi dalla sua attività commerciale. Il povero corpo della ragazza è stato trovato in condizioni terribili, forse mangiato dagli animali. "Il suo viso era ridotto molto male, non c'era più neanche un pezzetto di carne sopra, una parte dei capelli sembravano bruciati, non aveva più neanche la frangetta – racconta Viorica con un filo di voce – qualcosa le è successo, non è stata solo la droga, qualcuno le ha fatto del male". L'ipotesi al momento più accreditata dagli inquirenti è che la giovane sia morta per overdose, ma si attendono ancora gli esami tossicologici e non è escluso che la giovane possa aver subito delle violenze.

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