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Ama, il Cda decide: licenziati 63 dipendenti assunti con Parentopoli

Cda straordinario dell’Ama per procedere con il licenziamento dei lavoratori assunti grazie alla Parantepoli dell’epoca Alemanno. L’azienda deciderà chi licenziare in base alla sentenza che ha portato alla condanna anche dell’ex ad Franco Panzironi. Intanto in Campidoglio protesta dei sindacati: “Se non cambia delibera su privatizzazione sarà sciopero”.
A cura di Valerio Renzi
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Aggiornamento ore 19.30: "Il Cda Ama, su proposta del Presidente Daniele Fortini, alla luce di un’approfondita lettura delle motivazioni relative alla sentenza penale di condanna di primo grado del Tribunale di Roma dell’ex amministratore delegato e di alcuni ex dirigenti, nella seduta odierna ha deliberato di procedere al licenziamento dei dipendenti assunti nel 2008 a chiamata diretta tuttora in organico (37 su 41) e di 23 autisti anch’essi assunti nel 2008", si legge in una nota ufficiale dell'azienda. La scelta, si legge sempre nel comunicato, è stata presa all'unanimità dal Cda, che ha valutato "le motivazioni addotte nella sentenza" come  "rigorose e inappuntabili, hanno infatti appurato che le assunzioni in questione sono da considerarsi illegittime, facendo conseguire un ingiusto vantaggio patrimoniale ai soggetti assunti".

Dopo l'annuncio si passa ai fatti. "Abbiamo convocato un Cda d'urgenza, in cui chiederò di procedere al licenziamento di 41 amministrativi che, secondo una sentenza penale, hanno ottenuto un ingiusto vantaggio patrimoniale da una assunzione illegittima in Ama", a parlare è il presidente di Ama Daniele Fortini che solo alcuni giorni fa aveva annunciato l'intenzione di mettere alla porta i dipendenti che risultano assunti durante la così detta Parentopoli dell'epoca Alemanno, a detta della sentenza del Tribunale di Roma. Ma nel mirino non ci sarebbero solo gli amministrativi, ma anche 23 autisti di cui si sta vagliando la posizione in base alle carte della sentenza. Autisti "che erano stati giudicati inizialmente inidonei e che per il Tribunale invece dolosamente hanno avuto, attraverso una correzione dei punteggi, l'idoneità che ha permesso loro di essere assunti". "Anche questi lavoratori saranno licenziati", precisa Fortini.

Il dispositivo giudiziario a cui fa riferimento Fortini è quello emesso lo scorso 27 maggio e che ha visto la condanna a 5 anni e 3 mesi dell'ex ad Franco Panzironi, già detenuto perché coinvolto nel processo su mafia capitale. Secondo quanto messo dai giudici nero su bianco le 41 assunzioni in questione, avvenute tra il 2008 e il 2009, sono avvenute "a chiamata diretta" e "frutto di decisioni arbitrarie e clientelari". Gli assunti in pochi parole sarebbero parenti e facenti delle clientele di politici di centrodestra, a cominciare dal sindaco Alemanno.

Fortini  ha parlato di "un atto legittimo" perché "non si tratta di un licenziamento discriminatorio ma del ristabilimento della verità, della legalità e della giustizia come chiesto dal sindaco: non viene consumata nessuna vendetta politica. La tragedia di questi lavoratori che perderanno il posto è responsabilità di coloro che hanno imbrogliato commettendo un crimine per cui sono stati condannati". Insomma, una volta che c'è una sentenza l'azienda ha il dovere di agire di conseguenza.

Protesta dei dipendenti Ama in Campidoglio: "No alla privatizzazione"

Mentre la dirigenza dell'azienda municipalizzata si preoccupa di allontanare i dipendenti assunti durante Parentopoli, in Campidoglio manifestavano i dipendenti contrari alla privatizzazione verso cui sta andando l'amministrazione Marino. Secondo i sindacati nonostante l'affidamento del servizio dato ad Ama per 15 anni per la pulizia delle strade e la raccolta dei rifiuti, quello che manca sono le risorse. Il discorso delle organizzazioni dei lavoratori è semplice: se si da l'affidamento all'azienda ma senza le risorse necessarie per far fronte agli impegni a cui obbliga il contratto con Roma Capitale, è la strada più veloce per la privatizzazione di interi servizi, a cominciare da quello di spazzamento. Il modello a cui tenderebbe la giunta Marino è quello già in essere per Acea: controllo pubblico di maggioranza ma quote significative distribuite a diversi grandi soci privati.

"Se il Comune non farà marcia indietro lo sciopero sarà inevitabile", spiega in piazza Natale Di Cola, segretario Fp-Cgil Roma e Lazio. La delibera messa appunto dalla giunta va cambiata "perché così com'è apre la strada a esternalizzazioni. Siamo convinti che Ama abbia tutte le forze per fare in modo che i servizi siano piu efficaci e la città più pulita". "La privatizzazione avrà come conseguenza un taglio dei diritti e dei salari, perché sul servizio di spazzamento non c'è concorrenza e l'unica può essere fatta sui salari dei dipendenti. L'Ama ha risorse, ha 7mila unità, ha la tecnologia e i mezzi. Un pubblico che funziona è presidio di legalità", ha concluso il dirigente sindacale.

"A Roma un personale sempre più ridotto deve operare in un perimetro ben maggiore del resto del Paese, con mezzi logori e in numero disponibile ancora non sufficiente. Ogni singolo operatore di Ama serve una superficie di intervento quasi doppia rispetto a quella di mercato, il 90% in più", si legge poi in un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil.  I sindacati denunciano come "il contingente complessivo del personale Ama subisce ogni anno una sensibile riduzione (solo tra il 2013 e il 2014 più di 100 unità perse, trend confermato anche quest'anno). Inoltre, negli ultimi due anni, una frettolosa sperimentazione e implementazione della raccolta differenziata ha modificato significativamente l'organizzazione del lavoro: fino al 2013 la raccolta era effettuata principalmente dagli autisti, poco più di 1000 unità e il resto della forza lavoro, di 4600 operai di zona, era destinata alle altre attività, compresi i servizi di pulizia, lo spazzamento e il servizio base; solo in misura minima, non più di 600 unità, ai vari servizi di raccolta differenziata preesistente". Insomma secondo i sindacati il lavoro e i servizi aumentano ma i lavoratori no, con inevitabili conseguenze per la qualità e l'efficienza del servizio.

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