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Ama, dopo gli audio i lavoratori sul piede di guerra: “Raggi incapace, pronti a mobilitarci”

Dopo gli audio di Virginia Raggi usciti ieri sull’Espresso e rivolti all’ex amministratore delegato Lorenzo Bagnacani, i lavoratori e i sindacati hanno annunciato di essere pronti a mobilitarsi. A breve, infatti, bisognerà approvare anche il bilancio 2019 che “dopo l’incendio al Tmb Salario sarà sicuramente in negativo”, dice Di Cola.
A cura di Natascia Grbic
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Continua il braccio di ferro tra la sindaca Virginia Raggi e l'Ama, soprattutto dopo gli audio che Lorenzo Bagnacani ha portato in Procura. Parole molto pesanti, quelle uscite dalla bocca della sindaca, che attaccano lavoratori e sindacati della municipalizzata che, negli scorsi mesi, hanno denunciato più volte le condizioni in cui erano costretti a lavorare. Mezzi fatiscenti, rifiuti raccolti con le mani: per questo i dipendenti di Ama sono rimasti sbigottiti quando hanno saputo che la sindaca li considerava degli sfaticati. "Non è un caso che Raggi ci abbia attaccato proprio nei giorni in cui eravamo in sciopero e denunciavamo lo stato in cui versava l'azienda – dice a Fanpage.it Natale Di Cola, Segretario Generale della Fp Cgil Roma e Lazio – Le sue sono parole inqualificabili che dimostrano scarsa capacità amministrativa e un non volersi assumere le proprie responsabilità. Non c'è nemmeno la capacità di affrontare il dissenso. Noi stiamo valutando che fare, perché il rischio è che si getti nel caos una società come Ama che è pubblica e quindi dei cittadini". Il rischio è che la situazione continui a peggiorare non solo per le persone che lavorano in Ama, che non riusciranno più a lavorare in condizioni dignitose. C'è il pericolo che si abbia un peggioramento anche per la qualità di vita dei cittadini, che già vivono in una città costantemente in preda all'allerta rifiuti.

"Non escludiamo nelle prossime settimane, se non ci sarà un chiarimento o un cambio di patto dell'amministrazione, di riprendere a farci sentire e mobilitarci. L'Ama non è di proprietà della sindaca, è dei cittadini. Come tutti gli amministratori, Raggi è pro tempore ma le sue scelte poi rischiano di influenzare il futuro. Bisogna mettere un argine alle scelte sbagliate".

I 18 milioni di euro sui servizi cimiteriali

Uno dei motivi di attrito tra Ama e Campidoglio sono gli ormai famosi 18 milioni di euro sui servizi cimiteriali che l'azienda vanta come crediti nei confronti dell'amministrazione. Negli audio cui fa riferimento l'Espresso, la sindaca avrebbe insistito affinché Bagnacani li stornasse dal bilancio.

"Non sappiamo perché Raggi si sia impuntata su questa cosa, ma Ama e Comune di Roma hanno molte partite di debiti e crediti tra di loro che ogni anno inseriscono nei bilanci. Quest'anno il Campidoglio non ha voluto riconoscere questi 18 milioni. Bisogna calcolare che il bilancio di Ama è di 800 milioni di euro, e la parte relativa ai servizi cimiteriali è quindi un'inezia. Si parla del bilancio come fosse un fatto politico e non una cosa tecnica. Non è che si possono prendere certe somme, toglierle e metterle a piacimento in base a quello che dice la sindaca. Se Ama l'ha inserito nel bilancio, vuol dire che il credito è certo ed esigibile: per levarlo, ha bisogno di un documento che attesta che può farlo. Ma continuare a discutere su questi 18 milioni è una pazzia, perché adesso bisogna approvare il bilancio del 2019, che sarà sicuramente in perdita visto l'incendio al Tmb Salario. E lì Ama si troverà in una situazione di debolezza con ben due bilanci in negativo e il rischio quindi per lo sviluppo e il futuro dell'azienda".

Una mossa politica quella di non voler mettere in bilancio i 18 milioni per i servizi cimiteriali? Senza quei crediti, l'Ama avrebbe chiuso l'anno in negativo. C'è quindi chi ha pensato a un piano per far fallire l'azienda: ma secondo Di Cola, la verità è che ci troveremmo semplicemente di fronte a una pura incapacità amministrativa.

L'azienda è senza vertici, senza due bilanci approvati, senza piano industriale approvato, con il contratto dei servizi ancora da definire. Si sta giocando col fuoco, la città non aveva bisogno di un altro scandalo su Ama. Tutta questa situazione denota scarso senso di responsabilità: lasciare un'azienda come Ama un anno in questa situazione è da pazzi. Vuol dire che non si è capaci di governare. Mettere così in crisi chi ti deve pulire la città vuol dire essere masochisti. Perché se la città è sporca, i cittadini se la prendono con la sindaca, non con Bagnacani. Il mandato è iniziato tre anni fa e Ama è nel caos, i servizi stanno nel caos, non c'è nessun progetto in campo, non c'è nessun impianto costruito, non ci sono investimenti sui mezzi, non ci sono state le assunzioni per la raccolta differenziata. Dire che la gestione dei rifiuti dell'amministrazione è stata fallimentare è essere teneri.

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