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Alemanno incassa 70mila euro dalla sua fondazione: “Nuovo povero non c’entra corruzione”

In un’intervista al Fatto Quotidiano l’ex sindaco spiega di essere affogato dai debiti della campagna elettorale. Per questo quelle fatture della sua Fondazione Nuova Italia per 70mila euro a lui stesso, non nasconderebbero nessun atto di corruzione ma solo un aiuto in un momento di difficoltà economica.
A cura di Valerio Renzi
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Nelle carte dell'inchiesta su Mafia Capitale sono spuntate quelle consulenze fatturate dalla Fondazione Nuova Italia al suo stesso presidente, l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Le fatture, pur venendo rilevate nell'inchiesta, non rappresentano al momento nessuna prova d'illecito a carico di Alemanno.

Ora in un'intervista al Fatto Quotidiano l'esponente di centrodestra spiega: "Dopo che ho finito il mio incarico da sindaco, per un certo periodo mi è stato pagato un compenso come presidente della Fondazione perché avevo tante spese da pagare per la campagna elettorale e non avevo proprio reddito materiale”.

"Non è corruzione è un caso di nuova povertà", spiega Alemanno che si dice affogato dai debiti della campagna elettorale, un buco di 400mila euro. "Ho dovuto vendere la casa di Roma e sto vendendo anche quella al mare che mi aveva lasciato mio padre" ribadisce l'ex sindaco.

Affogato dai debiti, tagliato fuori dalla politica dopo la mancata elezione al Parlamento europeo, ad Alemanno non basta il vitalizio da parlamentare, e spiega al quotidiano com'è tornato a praticare la professione d'ingegnere, come amministratore delegato della società GM building che ha fondato assieme a Marco Matteoni.

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