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Albano Laziale, lo massacrano di botte, lo accoltellano e gli bruciano casa: arrestati due giovani

Hanno massacrato un uomo di 57 anni con botte e coltellate, e poi hanno dato alle fiamme la sua abitazione, dileguandosi nella notte. Sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castel Gandolfo due giovani accusati di lesioni personali gravissime e incendio.
A cura di Natascia Grbic
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Lo avevano picchiato, accoltellato e, non contenti, avevano anche bruciato la sua casa. Sono stati arrestati i due giovani che, lo scorso 7 marzo, hanno massacrato un uomo di 57 anni all'interno della sua abitazione a Pavona, ad Albano Laziale, e che hanno poi versato liquido infiammabile per distruggerla completamente. Si tratta di due amici, il primo sottoposto anche al regime di arresti domiciliari nella sua casa di via dei Papiri a Roma. I due hanno aspettato che l'uomo rientrasse nella sua abitazione per aggredirlo. Travisati e armati, hanno fatto irruzione in casa e lo hanno iniziato a picchiare con calci e pugni: poi, lo hanno accoltellato varie volte, procurandogli uno sfregio al volto che gli ha causato un danno permanente. Dopo averlo massacrato di botte, gli hanno incendiato casa. Fortunatamente il 57enne è riuscito a fuggire e a dare l'allarme.

Massacrano 57enne perché il nipote aveva avuto un flirt con la moglie dell'aggressore

Il motivo dell'aggressione – se di motivo si può parlare in una situazione del genere – risiede nel fatto che il nipote della vittima aveva avuto una relazione con la moglie di uno dei due aggressori. Che, dopo vari mesi di minacce e intimidazioni, è passato ai fatti, evadendo addirittura dai domiciliari aiutato dall'amico. I due sono stati arrestati nell'ambito dell'operazione Efesto condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castel Gandolfo e che ha portato a scoprire tutta una serie di atti di minacce e intimidazioni avvenute tra ottobre 2018 e marzo 2019. Non solo: durante le indagini è stato scoperto che l'uomo è evaso diverse volte dagli arresti domiciliari, aiutato da una rete di amici che lo copriva, lo nascondeva e gli forniva del denaro. Seguendo loro, gli inquirenti sono riusciti ad arrivare all'aggressore: tutti i fiancheggiatori quanti sono stati oggetto di perquisizione. Adesso i due si trovano insieme in carcere: le accuse sono lesioni personali gravissime e incendio.

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