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Al Teatro Vascello la ‘Roma Maledetta’ del Muro del Canto

Il 6 e il 7 febbraio al Teatro Vascello andrà in scena ‘Roma Maledetta’, uno spettacolo inedito del Muro del Canto. Un viaggio noir, tra musica e parole, nelle viscere della Città Eterna. Ne abbiamo parlato con la band romana, che presenterà durante lo spettacolo anche dei brani inediti che saranno contenuti nel loro nuovo, atteso, terzo disco.
A cura di Valerio Renzi
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Il 6 e il 7 febbraio al Teatro Vascello andrà in scena ‘Roma Maledetta', uno spettacolo inedito del Muro del Canto. La band romana, che ormai è una certezza del panorama indie cittadino, metterà in scena il lato oscuro della Città Eterna, alternando musica e parole, tra brani già amati del pubblico e inediti che saranno contenuti nel prossimo album di prossima uscita. Con un occhio alla tradizione reinterpretata da Gabriella Ferri e le storie maledette della Roma di oggi, un viaggio affascinante e noir nelle viscere della città. Ne abbiamo parlato con Ludovico Lamarra, il bassista del Muro.

Dal palco al palcoscenico, cosa avrà di nuovo rispetto ai vostri concerti che abbiamo lo spettacolo che presenterete al Vascello?
Di nuovo c'è il taglio che abbiamo voluto dare allo spettacolo, per l'appunto incentrato sulle storie maledette di Roma. Per raccontarle abbiamo fatto una selezione delle nostre canzoni, lasciando solo quelle più cupe e in linea con queste atmosfere. Inoltre presenteremo alcuni inediti che saranno presenti nel terzo disco e abbiamo preparato appositamente alcuni brani della tradizione mai suonati prima d'ora. Infine Alessandro Pieravanti, che rappresenta la nostra voce narrante, ha scritto alcuni racconti per l'occasione, che faranno da filo conduttore per tutto il concerto.

Il luogo per eccellenza della vostra ‘Roma Maledetta'?
non ce n'è uno solo, così come non c'è nemmeno un tempo nel quale avvengono le storie maledette che vogliamo ricordare e raccontare. fanno parte della cultura della città, capace di mescolare bellezza a miseria, fascino e decadenza, anche oggi. sono memoria collettiva di chi la abita, i mattoni sui quali è costruita sin dalla fondazione.

Quale rapporto avete con la tradizione della musica popolare romana?
Con lo stornello il Muro ha poco a che vedere. guardiamo più alla tradizione popolare che fu di Gabriella Ferri, la più grande interprete di una musica tradizionale, eppure raffinata e verace allo stesso tempo. poi viene il nostro tentativo di guardare avanti e di attualizzarla, anche negli arrangiamenti, nei suoni e in alcuni casi nelle storie da raccontare, legate alla nostra vita nella Roma di questi anni di declino, tra palazzinari e mafia capitale.

La ‘Roma Maledetta' ma anche un amore per i bassifondi e i quartieri di questa città…
L'amore per Roma non è mai in discussione, anche e nonostante i tanti scandali che escono ciclicamente. è la forza dei romani e allo stesso tempo, forse, la nostra debolezza. Siamo tutti legati ai quartieri in cui viviamo o che attraversiamo per lavoro. Per noi è San Lorenzo, dove proviamo e dove abbiamo trovato nel Nuovo Cinema palazzo una seconda casa nella quale si respira ancora una romanità che pensavamo perduta. Il Prenestino, dove i cittadini che vi abitano hanno saputo organizzarsi e per anni si sono battuti a difesa dell'unico lago naturale di Roma, nato a seguito di un abuso edilizio del solito palazzinaro di turno: per noi è stato un onore schierarci al loro fianco e aver contribuito con il pezzo scritto insieme agli assalti frontali perché non fosse prosciugato per costruirci sopra quattro grattacieli. Penso anche al Tufello, dove le lotte per la casa coinvolgono tutto il quartiere, a prescindere da età e percorsi personali, al punto da aver recuperato stabili abbandonati al degrado e averli resi luoghi di socialità per tutti, come la palestra popolare. E penso pure a dove vivo io, Ponte di Nona, un bassifondo, un tipico quartiere dormitorio nato intorno a un centro commerciale, privo di mezzi di trasporto, di asili, di manutenzione, eppure caparbiamente abitato da tante persone che si danno molto da fare per renderlo un luogo migliore.

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