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Addio alle terme libere di Viterbo: il Tribunale chiude le Masse di San Sisto

Prevista per domani la chiusura delle Masse di San Sisto, terme naturali nel comune di Viterbo. La fine di una querelle lunghissima, chiusa con la decisione del giudice del Tribunale Federico Bonato di affidare al geologo Giuseppe Pagano la cessazione di ogni attività. Proteste di alcuni cittadini.
A cura di Tommaso Franchi
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Domani chiuderanno le Masse di San Sisto, terme libere del Comune di Viterbo. Una decisione presa il 21 marzo con un'ordinanza di Federico Bonato, giudice del Tribunale di Viterbo. Bonato ha nominato come custode il geologo Giuseppe Pagano, affidandogli la chiusura del pozzo di San Sisto. Il geologo dovrà inoltre attivarsi per la cessazione delle attività connesse al sito. Si tratta dell'ultimo capitolo di una lunga querelle. Il tutto parte dal conflitto tra la Free Time della famiglia Belli e le Antiche Terme Romane. La prima detiene la concessione delle acque termali alle Masse, mentre la seconda è la proprietaria del sito. Nel corso degli anni le due società si sono scontrate riguardo all'utilizzo delle terme, facendo partire una battaglia legale per lo sfruttamento del sito e la sua gestione. Dopo tre anni di ricorsi e accuse di abusivismo la vicenda sembra essere giunta al suo epilogo.

La vicenda

Le Masse sono state oggetto di disputa da quando la famiglia Belli ha deciso di aprire lo stabilimento, circa quindici anni fa. Nel corso degli anni c'è stata una serie di ricorsi e di provvedimenti, nonostante la Regione avesse dichiarato lo stabilimento abusivo dal 2006. La conferma era arrivata nel 2014, quando dopo un'ispezione la stessa Regione aveva scritto alla Procura, dove si evidenziava l'abusivismo dell'attività. Da qui la diffida a proseguire in assenza di concessione mineraria. Tuttavia la Free Time aveva ottenuto nel 2015 proprio dalla stessa Regione l'ampliamento della concessione. Il Tribunale di Viterbo ha chiuso la vicenda il 21 marzo di quest'anno, ordinando "il libero accesso alla Free Time". La concessionaria avrà dunque, come riportato nell'ordinanza, "il diritto di sfruttare, con le modalità che riterrà più opportune, quanto oggetto di concessione". Il giudice Bonato ha inoltre decretato "la cessazione di ogni attività connessa alla utilizzazione delle acque termo-minerali". Bonato ha inoltre condannato le due società resistenti al pagamento di 2mila euro per le spese del procedimento.

La protesta dei frequentatori

Alcuni cittadini si preparano a scendere in piazza per protestare contro la chiusura, all'urlo di "Insieme per difendere le Masse". Proprio domani si recheranno al sito termale sulla Cassia Sud per programma questo mercoledì, 17 aprile, presso lo storico sito termale sulla Cassia Sud. "Domani sarà necessaria la presenza di chiunque ne abbia possibilità – si legge sul gruppo Facebook Associazione "Le Masse" – per esprimere disappunto rispetto all'ennesimo tentativo della concessionaria di privare la collettività delle acque termali che naturalmente sgorgano dalle Pozze di San Sisto. È nostro interesse difendere una risorsa fonte di benessere collettivo pubblico".

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