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Aborto, a Roma il concorso solo per ginecologi non obiettori: “Se si rifiutano licenziati”

Prenderanno servizio a giorni il due medici non obiettori selezionati da un concorso per garantire la piena applicazione delle legge 194, che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza. Prenderanno servizio al San Camillo. La direzione sanitaria: “Se fanno obiezione potrebbero essere licenziati”.
A cura di Valerio Renzi
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Come garantire il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza, nel pieno rispetto e applicazione della legge 194 quando la maggior parte dei medici negli ospedali sono obiettori? La Regione Lazio ha deciso di imboccare una strada nuova: un concorso riservato esclusivamente a medici non obiettori. Un'iniziativa contestata da più parti e oggetto anche di un ricorso al Tar. Intanto i due dirigenti-medici sono stati selezionati e tra pochi giorni entreranno di ruolo all'ospedale San Camillo.

I medici saranno impiegati nel "nel settore del Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della legge 194", e per la stessa direzione sanitaria "rischierebbero il licenziamento per inadempienza contrattuale". A denunciare la scelta portata avanti con decisione dall'amministrazione Zingaretti in concerto con l'azienda sanitaria i movimenti prolife e le sigle promotrici del Family Day, che hanno parlato di "concorso discriminatorio".

La stessa ministra della Salute Beatrice Lorenzin non si era tirata indietro nel criticarlo. "Non è possibile reclutare personale sanitario con contratti a tempo indeterminato chiedendo tra i requisiti dell’esame l’essere non obiettore. Si tratterebbe di una modalità discriminatoria di reclutamento del personale", aveva risposto ad un'interrogazione parlamentare in merito, in quanto per legge il medico può cambiare idea nel corso della sua carriera. "Se chi ha vinto il concorso farà obiezione nei primi sei mesi dopo l'assunzione, potrebbe rischiare il licenziamento, perché sarebbe inadempiente rispetto al compito specifico per cui è stato chiamato – spiega il direttore sanitario Fabrizio d'Alba -. Se lo scegliesse dopo si potrebbe arrivare alla mobilità o addirittura alla messa in esubero".

Ora il modello del San Camillo sbarca in Parlamento sulla proposta dell'esponente del Partito democratico Laura Puppato che lo vorrebbe vedere esteso a tutte le regioni. "Siamo impegnati a rafforzare i servizi di ascolto e prevenzione sul territorio e, nello stesso tempo, a garantire la libertà di scelta e la salute della donna, della coppia e del bambino, applicando in modo corretto la legge 194 e limitando l'abuso dell'obiezione di coscienza", ha dichiarato Zingaretti.

La Cei: "Snaturato il senso della 194"

"La decisione di assumere al San Camillo di Roma medici dedicati all'interruzione di gravidanza, impedendo loro dunque l'obiezione di coscienza, snatura l'impianto della legge 194 che non aveva l'obiettivo di indurre all'aborto ma prevenirlo. Predisporre medici appositamente a questo ruolo è una indicazioni chiara". Sono parole di Don Carmine Arice, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei. Secondo Don Arice il bando "non si rispetta un diritto di natura costituzionale quale è l'obiezione di coscienza. Il ministero della Salute ha fatto recentemente un'indagine appurando che il numero di medici non obiettori risulta sufficiente per coprire ampiamente la domanda di interruzioni volontarie di gravidanza".

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