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A Roma una bimba non può essere figlia di due donne: il Comune riconosce solo la mamma biologica

L’anagrafe del comune di Roma ha chiesto a due mamme di dichiarare una circostanza falsa, e cioè che la piccola è stata concepita con un uomo con cui non ci sono vincoli o legami di parentela. Questa la denuncia presentata dall’associazione Famiglie Arcobaleno. La piccola è nata tramite fecondazione eterologa con seme di donatore sconosciuto. “La sindaca Raggi manifesta una totale mancanza di collaborazione e di ascolto”, denuncia l’associazione.
A cura di Enrico Tata
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Una bimba ha due mamme, ma l'anagrafe del comune di Roma chiede di dichiarare una circostanza falsa, e cioè che la piccola è stata concepita con un uomo con cui in non ci sono vincoli o legami di parentela. "Al contrario di quanto sta avvenendo in molti Comuni (come la Torino della sindaca a 5 Stelle Appendino), dove i sindaci sono al lavoro per rendere i certificati di nascita rispondenti alle nuove realtà familiari, a Roma la sindaca Raggi manifesta una totale mancanza di collaborazione e di ascolto", denuncia l'associazione Famiglie Arcobaleno.

Le due mamme, spiega l'associazione, "si sono viste rilasciare, solo nel tardo pomeriggio, un certificato che reca il nome di una sola di esse, cioè quello della mamma biologica. La sindaca si è rifiutata di prendere atto della reale situazione di fatto, vale a dire del ricorso alla fecondazione eterologa con seme di donatore sconosciuto. Le due madri si sono trovate davanti all'imbarazzo dei dirigenti del Comune, a cui la sindaca, diversamente da quanto avviene in altri Comuni, ha delegato la pratica, dimostrando di non voler prendere posizione", spiegano le avvocate Francesca Quarato e Federica Tempori, che stanno seguendo la coppia.

Dichiarano le due mamme: "Siamo deluse dalla nostra città. Non è giusto essere obbligate a dichiarare fatto non rispondenti a realtà. Nostra figlia ora risulta avere un solo genitore mentre è nata dall'amore di due persone. All'anagrafe abbiamo trovato funzionari cortesi ma impreparati ad affrontare la realtà. La disparità di trattamento con altre coppie nella nostra situazione è avvilente".

"Stiamo insieme da dieci anni e questo era un progetto che volevamo attuare già da tempo. Ci avevo sperato fino all'ultimo. Speravo che anche a Roma si potesse avere la stessa opportunità che sia ha a Torino, Bologna, Palermo dove non credo che gli amministratori si siano impazziti. Credo invece abbiano interpretato le leggi come dovrebbero essere interpretate e applicate. Speravamo in un segnale da parte della Raggi invece nulla. Ci siamo sentite come se non esistessimo, ignorate, la sindaca non ha detto nulla. Credo che non conti il dna, ma l'amore che si ha e si dà ai figli", racconta all'agenzia AdnKronos una delle due mamme.

"Avevamo anche pensato di andare a Torino e far nascere la bimba lì – racconta ancora una delle mamme – ma ormai era tardi la mia compagna era all'ottavo mese e il cesareo era già programmato. E quando ci siamo recate all'uffici dell'anagrafe, accompagnate dalle nostre legali, ci hanno ascoltate ma non c'è stato nulla da fare. La piccola è stata registrata con il solo nome della madre biologica, accompagnato dalla dichiarazione, distante dalla realtà che la bimba è stata concepita con un uomo con cui non ci sono legami o vincoli di parentela".

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