A Roma è emergenza maltrattamenti in famiglia, Raggi: “Al via stabile per donne vittime di violenza”
Il Comune di Roma ha predisposto 40 posti letto presso l'Istituto San Michele, in zona Tor Marancia, per le donne vittime di violenza che hanno esigenza di allontanarsi dalla propria abitazione. Durante l'emergenza coronavirus, infatti, sono aumentati i maltrattamenti in famiglia e le richieste di aiuto ai centri antiviolenza. Se però normalmente le operatrici possono mettere a disposizione la propria professionalità e aiutare le donne in percorsi di fuoriuscita dalla violenza, adesso con la pandemia in corso è nettamente più difficile. E Roma, da questo punto di vista, è una città estremamente manchevole: i posti letto nelle case rifugio sono pochissimi, ammontano a 25 unità. E, secondo la Convenzione di Istanbul ratificata dall'Italia, dovrebbero essere almeno 300 in una città come Roma con 3 milioni di abitanti.
Adesso che le chiamate ai centri antiviolenza sono aumentate durante la pandemia, il Comune di Roma ha deciso di agire nell'emergenza e mettere a disposizione 40 posti letto. "Il servizio è rivolto a donne sole, madri con figli minori, gestanti e donne vittime di violenza in grave disagio sociale, che presso la struttura potranno trovare un posto sicuro tramite la Sala Operativa Sociale, in stretta collaborazione con i Centri Antiviolenza di Roma Capitale – spiegano dal Campidoglio – A tutte le ospiti sarà effettuato uno screening in ingresso e un monitoraggio sanitario quotidiano. La struttura prevede anche la possibilità di stanze singole".
"Continua l’impegno di Roma Capitale per le donne in condizioni di fragilità, specialmente in questo periodo in cui per molte di loro possono aumentare i rischi e le necessità – ha dichiarato l'assessora Veronica Mammì – Oggi avviamo i primi inserimenti in una struttura che offre alle donne e ai loro figli un posto sicuro per tutta la durata dell’emergenza. Ringrazio la Sala Operativa Sociale e i nostri Centri Antiviolenza, raggiungibili ogni giorno H24, per l’impegno mai interrotto nell'intercettare i bisogni delle persone più fragili e in difficoltà. Continuiamo a lavorare senza sosta per tutti i cittadini".
Secondo i dati diffusi dai centri antiviolenza della rete D.i.Re, dal 2 marzo al 5 aprile sono state 2.867 le donne che hanno chiesto aiuto alle operatrici. Di queste, 806 non si erano mai rivolte a un Cav prima d’ora. Si tratta di un incremento del 74,5% delle chiamate rispetto alla media mensile. Un dramma, cui serve urgentemente dare una risposta concreta.