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A Roma 30mila incidenti l’anno: colpa (anche) delle troppe auto e del trasporto pubblico al collasso

Nel 2019 gli incidenti stradali a Roma sono stati 30mila. La causa, oltre ovviamente all’alta velocità, alle distrazioni alla guida e all’alcol, è anche l’enorme quantità di macchine che circolano nella Capitale, che le persone sono costrette a usare a causa di trasporti pubblici inefficienti e a servizi inesistenti.
A cura di Natascia Grbic
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Troppe macchine, mezzi pubblici poco funzionanti, fatiscenti e poco frequenti, penuria di spazi per pedoni, bici e bus. Non è solo la disattenzione o l'alcol che causano gli incidenti stradali a Roma, ma anche il concorrere di altri fattori che rendono la Capitale una metropoli nemica delle persone dal punto di vista della viabilità. A renderlo noto, il sindacato di polizia locale Sulpl Diccap. "Anche quest’anno abbiamo superato i 30000 incidenti rilevati mantenendo costante la cifra. Le cause? Alte velocità, distrazioni alla guida e uso di sostanze vietate sono le cause principali ma quello fondamentale, a cui si deve porre per forza rimedio, è l’eccessivo utilizzo di veicoli privati". In che modo? "A Roma occorre comprimere il numero di veicoli circolanti tra italiani e stranieri perché le strade non sopportano più questo carico. Chiediamo all’amministrazione di impegnarsi a far sì che, ogni volta che si procede a riasfaltare o ristrutturare completamente una strada, anche a seguito dei lavori delle società di servizi (gas, luce ed acqua) si provveda a modificare la struttura della stessa aumentando spazi per pedoni, bici e bus e togliendone pian piano alle automobili. Vogliamo Roma a dimensione europea e non un grande ammasso di lamiere".

E forse è proprio questo uno dei grossi problemi di Roma. "Se ci fossero più mezzi pubblici le persone non prenderebbero la macchina". Può sembrare un leit motiv scandito quasi con banalità nelle conversazioni quotidiane, mentre si aspetta l'autobus per andare al lavoro o mentre si consuma un aperitivo al bar. Ma è la pure e semplice realtà. Roma è la Capitale d'Italia, ma non è assolutamente all'altezza di nessuna metropoli europea in quanto a efficienza dei trasporti. E non stiamo parlando di una caratteristica secondaria, ma di un fattore che definisce la qualità della vita delle persone. Perché metterci un'ora e mezza per fare sette chilometri per andare al lavoro cambiando due metro e prendendo tre autobus, non è la stessa cosa che mettercene venti. A Roma tutto è difficile, persino spostarsi tra zone limitrofe. Questo di giorno, figuratevi la sera.

Nella maggior parte delle capitali europee, le persone non acquistano le macchine. Se le hanno, le vendono. Non ne hanno bisogno. I trasporti funzionano di giorno e di notte. Quando le metro sono chiuse, passano gli autobus. Il tempo massimo di attesa alle 3 del mattino? Dieci minuti. A Roma prendere un notturno è un'impresa. Le poche linee che sono in circolazione passano una volta ogni ora e mezza quando va bene, talmente strapiene che è impossibile salirvi sopra. In molte zone, il servizio non arriva proprio. E così tutti sono costretti a prendere la macchina per spostarsi, ingolfando le strade e facendo aumentare di anno in anno il numero degli incidenti. Sempre nelle città europee, è possibile muoversi in bicicletta: ci sono le piste ciclabili, e ogni angolo è ricco di punti dove poterle noleggiare se non se ne possiede una propria. Se non si vuole aspettare l'autobus, basta prenderne una e ci si sposta in modo semplice ed ecologico. Ovviamente questo non è possibile a Roma, sia perché non ci sono servizi preposti a questo scopo, sia perché non esistono spazi sicuri per i ciclisti. Senza contare che le strade sono talmente dissestate che uscire in bicicletta rappresenta un vero e proprio pericolo. E allora bisogna chiedersi: se le persone potessero scegliere tra prendere la macchina e muoversi con i mezzi in modo efficiente, siamo sicuri che circolerebbero così tanti veicoli?

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