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A Marino potrebbe aprire due grandissimi centri commerciali, protestano i comitati dei cittadini

Nel bollettino ufficiale della Regione Lazio pubblicato oggi, 5 giugno 2018, è stata inserita la determina che dà l’avvio alla Valutazione Ambientale Strategica per il Dea Capital – Eco Village. Nella stessa area potrebbe essere costruito anche il Marino Green, il primo centro commerciale, si legge sul sito del progetto, a impatto zero, ecosostenibile e con prodotti a chilometro zero. I comitati dei cittadini stanno protestando contro la realizzazione del primo progetto menzionato.
A cura di Enrico Tata
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Il progetto del Marino Green, uno dei due centri commerciali previsti nell'area di Marino
Il progetto del Marino Green, uno dei due centri commerciali previsti nell'area di Marino

A Marino, Castelli Romani, potrebbero essere presto costruiti due tra i centri commerciali più grandi d'Italia. Nel bollettino ufficiale della Regione Lazio pubblicato oggi, 5 giugno 2018, è stata inserita la determina che dà l'avvio alla Valutazione Ambientale Strategica per il centro "Ecovillage-DeA Capital", grande circa 100mila metri cubi.

Non sarà invece sottoposto, per ora, a Valutazione strategica il Marino Green, il primo centro commerciale, si legge sul sito del progetto, a impatto zero, ecosostenibile e con prodotti a chilometro zero. Si svilupperà su un'area di 64mila metri quadrati nella parte bassa di Marino, in zona Divino Amore.. Ci sarà un supermercato e ci saranno molti negozi, ma anche due baby park, una zona pic nic, un'area fitness, un'area agility dog, tre lounge pubblici, sei bagni con nursery. Sebbene la superficie del centro sia molto ampia, quella commerciale (cioè quella dei negozi), la cosiddetta Gla è di oltre 10mila metri quadrati. Per fare un esempio, la galleria commerciale più grande d'Europa, il nuovissimo centro commerciale di Arese in Lombardia, è grande più di 90mila metri quadrati.

Le proteste dei comitati dei cittadini contro il Dea Capital: "Uno scempio"

Contrari al progetto sono gli attivisti del comitato Stop Cemento, che hanno convocato una passeggiata di protesta nell'area dei cantieri. Si legge sul sito: "La Regione Lazio ha deciso di far ripartire il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per la costruzione del mega centro commerciale da 100.000 metri cubi in zona Gotto d’Oro a Marino, nel quadrante tra la via Appia, la via Nettunense e la via Ardeatina. Tale scempio è sostenuto dalle società “DeA Capital” (De Agostini e INPS) ed “Ecovillage” (Parnasi) ed era stato fermato lo scorso anno grazie ai comitati e alle associazioni del territorio che avevano inondato gli uffici preposti di “osservazioni” contrarie alla speculazione. Attorno al centro commerciale sono previste due nuove “frazioni”: 5.000 abitanti per il progetto della Ecovillage e 3.000 abitanti per Mazzamagna. Questi nuovi abitanti servirebbero al centro commerciale come clienti dello stesso".

"Il centro commerciale davanti al Gotto d'Oro – spiegano ancora i comitati – è quello della "Ecovillage-DeA Capital" e, se non riusciamo a fermarlo, sarà di 100.000 mc e la Regione Lazio sta mandando avanti la procedura di V.I.A. Poco distante è un altro progetto, di 40.000 mc, che si chiama "Marino Green" e la Regione Lazio ha deciso di non sottoporlo a V.A.S.. La zona è sempre più densamente popolata, e a pochi chilometri c'è già un'altra grande area commerciale. Mancano o sono insufficienti tanti servizi pubblici: quelli sanitari, quelli educativi, quelli relativi al trasporto e, non ultimi, quelli sociali e ricreativi. La situazione in quel quadrante è molto complicata attualmente e va nella direzione di complicarsi ulteriormente con immense colate di cemento, anche residenziali (8.000 nuovi abitanti previsti dal Masterplan del 2011 che contestiamo sin da allora). Al di là del rispetto o meno del PRG vigente, delle sue varianti, degli accordi di programma calati dall'alto, gli appetiti dei costruttori continuano a cementificare notevoli porzioni di suolo, arrecando danni all'ambiente e alla vivibilità quotidiana di chi vive nelle zone sempre meno verdi oggetto di speculazione edilizia".

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