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Crisi giunta Raggi: se ne vanno Raineri e Minenna. Ama: dà le dimissioni Solidoro

Va in pezzi la giunta Raggi: ieri le dimissioni dell’assessore al Bilancio Marcello Minenna e del capo di gabinetto Carla Romana Raineri. Nella notte un post della sindaca annunciava la revoca della nomina a Raineri per vizi di procedura.
A cura di Valerio Renzi
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Si sono dimessi ieri il capo di gabinetto della giunta Raggi Carla Romana Raineri e l'assessore al Bilancio con delega anche alle partecipate Marcello Minenna. Se la circostanza fosse confermata il M5s perderebbe due dei "tecnici" più qualificati in Campidoglio (la prima un magistrato, il secondo viene dalla Consob) e con le deleghe più pesanti. Dai diretti interessati ancora nessuna conferma diretta, ma le dimissioni sarebbero dovute nel caso di Raineri al "pasticcio" della nomina contestata dall'Anac, nel caso di Minenna nell'immobilismo della giunta, bloccata dalle divergenze in seno alla maggioranza pentastellata.

Virginia Raggi nella notte aveva annunciato la revoca della nomina di Carla Romana Raineri a capo di Gabinetto. "Trasparenza. È uno dei valori che ci contraddistingue e che perseguiamo – scrive la sindaca -. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere un parere all'Anac, l'Autorità Nazionale Anticorruzione, su tutte le nomine fatte finora dalla Giunta. Una richiesta per garantire il massimo della trasparenza: il ‘palazzo' deve essere di vetro, tutti i cittadini devono poter vedere cosa accade dentro. Questo è il M5S".

Un post che potrebbe rappresentare un autogol per la sindaca che, parlando di "casa di vetro" avrebbe omesso nel rivolgersi ai cittadini le dimissioni della Raineri, sperando di prendere in contropiede l'annuncio delle dimissioni. Ecco la spiegazione "tecnica" della rimozione: "Sulla base di due pareri contrastanti  ci siamo rivolti all'Anac che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della dottoressa Carla Romana Raineri a capo di Gabinetto va rivista in quanto ‘la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l'articolo 90 Tuel e l'applicazione, al caso di specie, dell'articolo 110 Tuel è da ritenersi impropria. Ne prendiamo atto. Conseguentemente, sarà predisposta l'ordinanza di revoca".

Ama, si dimette Alessandro Solidoro

Nel pomeriggio cade l'ennesima tegola. Dopo l'addio annunciato del direttore generale di Atac Marco Rettighieri e dell'amministratore unico Armando Brandolese, arrivano anche le dimissioni dell'amministratore unico di Ama Alessandro Solidoro fresco di nomina e uomo di fiducia di Minenna. In un laconico comunicato dell'azienda municipalizzata si legge: "Alessandro Solidoro ha rassegnato le proprie dimissioni poiché, a seguito delle dimissioni dell’Assessore al Bilancio, dottor Marcello Minenna, ha ritenuto venute meno le condizioni per l’incarico affidatogli". Potrebbero arrivare oggi stesso o nei prossimi giorni anche le dimissioni del nuovo dg di Ama Stefano Bina.

Renzi: "Chi vince ha responsabilità di governare"

Il premier Matteo Renzi, interrogato questa mattina ai microfoni di Rtl 102.5, ha risposto così a chi gli chiedeva delle dimissioni: "Rispetto il lavoro del sindaco, ha vinto lei, a lei onori e oneri, non metto bocca sulla squadra, chi vince ha la responsabilità e il dovere di governare".

Olimpiadi: "Se Raggi non firma la lettera Roma è fuori"

Renzi è poi tornato su uno dei temi caldi di questi giorni: la candidatura di Roma alle olimpiadi del 2024 e alla posizione della giunta Raggi, che ancora non ha deciso se proseguire o no la strada imboccata. "Le Olimpiadi sono una cosa fantastica. Consentono un investimento sul futuro delle città. Io non avrei alcun dubbio – ha spiegato il premier – O sì o no. Se Raggi non firma la lettera Roma è fuori. La mia impressione è che noi siamo in testa in questo momento. Dire di no alle Olimpiadi sarebbe un atto molto triste".

Annullata la riunione di giunta

Il momento difficile della giunta Raggi sembra essere confermato da due indiscrezioni. La prima riguarda l'annullamento della riunione di giunta prevista per oggi. Inoltre, Virginia Raggi non ha preso parte al Consiglio comunale in programma alle 15 (in un'aula semivuota). Il primo cittadino della Capitale sarebbe chiusa in Campidoglio assieme ad alcuni assessori ed esponenti della maggioranza dei Cinque stelle in Consiglio, per individuare nuovi nomi per la giunta e anche per "il rilancio della città", anche dopo le dimissioni dei vertici dell'Atac.

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