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Via le bancarelle che coprono l’opera d’arte sul lungotevere: “Salviamo il murales”

Cittadini e artisti hanno promosso un appello su Change.org indirizzato alle istituzioni per salvare “Triumphs and Laments”, per tre mesi parzialmente oscurato dagli stand commerciali dell’Estate romana.
A cura di Enrico Tata
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Tra pochi giorni e come ogni anno, il lungotevere ospiterà le bancarelle, gli stand e i bar dell'Estate romana. Per la tradizionale festa estiva, però, sarà coinvolto anche il tratto di banchina i cui argini sono diventati l'immensa tela di Wiliam Kentridge, l'artista contemporeaneo che ha creato il monumentale murales sulla storia di Roma. Per tre mesi l'enorme "Triumphs and Laments" sarà parzialmente oscurato dagli stand commerciali e per questo cittadini e artisti hanno promosso un appello su Change.org indirizzato alle istituzioni. L'area dove sorge l'imponente serie di graffiti era stata denominata dall'associazione Tevereterno "Piazza Tevere" e doveva rappresentare un luogo silenzioso e fuori dal caos del traffico, un ritrovo culturale e di svago per cittadini e turisti.

Ecco uno stralcio della petizione:

La domanda che vorremmo porre al presidente della Regione (istituzione responsabile delle banchine del Tevere) e ai responsabili del Comune di Roma, è come mai non si sono accorti in tempo di questa situazione paradossale e dopo aver celebrato trionfalmente il murales  non hanno fatto qualcosa per impedire che fosse “sepolto” (insieme a tutti coloro che frequentano da anni questa oasi di pace) da un bazar di stand commerciali, birrerie e disco music. Ma non è solo questo, e la domanda coinvolge anche il  futuro sindaco di Roma:  i nostri amministratori hanno intenzione di svendere ogni angolo della nostra città e di rendere il centro storico una interrotta catena di bar, pub, ristoranti e bancarelle, o invece, cavalcando l’onda benefica di una presenza artistica così importante come il murale di Kentridge e promuovendo “piazza Tevere” come un’oasi al centro di Roma, vogliono decidersi finalmente a mettere al centro i beni e gli spazi comuni, e in particolare quell’arte, quella cultura e quegli spazi verdi che, sempre a parole, dicono di voler tutelare e promuovere?

Sarebbe bello che nei mesi estivi almeno questo tratto del Tevere, ora segnato da un murales di 500 metri che tutti ammirano, possa non solo tornare ad essere quel luogo aperto a tutti dove, come in un parco, si possa andare in bicicletta o camminare, prendere il sole o pescare, ma anche un area in cui ospitare laboratori per bambini, letture poetiche o teatrali, piccoli concerti acustici, interventi e performance d’arte contemporanea …

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