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Sgomberato il Baobab: l’emergenza infinita dell’accoglienza dei migranti a Roma

Sgomberato nuovamente il centro ex Baobab a via Cupa (Tiburtina) dopo il blocco del tavolo tecnico tra comune e associazioni. Protestano i volontari che da mesi assistono i migranti in transito nella capitale e i richiedenti asilo. Intanto il comune di Roma apre un bando per “misure straordinarie di accoglienza”.
A cura di Valerio Renzi
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Sgomberato questa mattina l'ex centro Baobab di via Cupa. Decine di agenti in assetto antisommossa sono arrivati di mattina presto. I migranti tutti trasferiti in Questura per essere identificati, mentre tutti i volontari che da mesi garantiscono accoglienza a profughi e richiedenti asilo sono stati allontanati. Le forze dell'ordine sono rientrate in possesso dello stabile al numero 1 di via Cupa con l'obiettivo di restituirlo al proprietario. Le tende e i beni raccolti dai volontari vengono raccolti dall'Ama per essere buttati.

"Sono attualmente in corso le valutazioni delle singole posizioni – si legge in un comunicato della Questura di Roma  –  al termine delle quali, gli aventi diritto saranno ricollocati nelle strutture di accoglienza appositamente messe a disposizione. La successiva verifica dei luoghi ha evidenziato una gravissima situazione di degrado che ha reso necessario richiedere l’intervento dei competenti uffici comunali per la bonifica e la pulizia dell’intera zona". L'intervento è stato deciso dal tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza.

Lo sgombero di questa mattina è arrivata dopo mesi di infruttuosi tavoli di discussione tra le istituzioni locali, i volontari del Baobab e le associazioni che si occupano di accoglienza e diritti umani, e rappresenta il fallimento più evidente delle politiche di accoglienza nella capitale. Era lo scorso 9 luglio quando l'assessore alle Politiche Sociali del comune di Roma, Laura Baldassarre, appena insediata decideva proprio di incontrare i volontari del Baobab e prometteva che lo sgombero sarebbe arrivato solo quando si sarebbe trovata una soluzione alternativa per transitanti e richiedenti asilo.

Gli incontri per trovare una soluzione si moltiplicano poi, il 12 settembre, il tavolo tecnico presieduto proprio da Laura Baldassarre s'interrompe: nessuna soluzione in breve termine, neanche una tendopoli per circa 150 posti gestiti dalla Croce Rossa in zona Tiburtina. Nei mesi sfuma la possibilità di ospitare i transitanti nel Ferrhotel e nell'ex Istituto Ittiogenico nei dintorni della stazione Tiburtina. Il comune di Roma attende risorse dal governo e intanto i migranti continuano ad ammassarsi al Baobab, accolti dai volontari sostenuti dalla solidarietà dei cittadini e di tante associazioni.

Sono poco meno di 7.000 i richiedenti asilo accolti a Roma e provincia: 3.114 ospiti del circuito degli Sprar, 3.714 nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria). Centri ormai saturi, numeri che non tengono conto delle migliaia di migranti che non hanno nessuna intenzione di fermarsi a Roma o in Italia ma che vogliono proseguire il loro viaggio verso i paesi del Nord Europa. Sarebbero stati 30.000 in un anno i transitanti secondo l'associazione Medu (Medici per i diritti umani). E se la colpa non è solo dell'amministrazione in carica, certo è che l'emergenza a Roma è la norma: unica grande città europea a non aver predisposto un piano di accoglienza per i migranti in transito, come ad esempio è accaduto a Milano.

Intanto il dipartimento Politiche Sociali ha pubblicato un "avviso di indagine di mercato", con scadenza al prossimo 24 ottobre per "l’accoglienza di persone migranti straniere temporaneamente presenti a Roma" dal mese di novembre 2016 fino al giugno 2017. L'avviso è rivolto ai soggetti del terzo settore parla di "misure straordinarie" da prender vista "l’emergenza umanitaria". I luoghi prescelti dovranno trovarsi quanto più possibile vicini alla stazione Tiburtina, raggiungibili con i mezzi pubblici, offrire assistenza sociosanitaria e orientamento legale a chi voglia chiedere asilo.

Nel documento pubblicato sul sito del comune si dice chiaramente che "i presidi umanitari di accoglienza e assistenza in Via del Frantoio (95 posti) e Via Casilina n. 144 (70 posti), attivati dalla Croce Rossa Italiana, Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale, e dalla Caritas Diocesana, a seguito di specifici protocolli d’intesa stipulati con l’Amministrazione Capitolina, non riescono più a rispondere pienamente alle sempre maggiori richieste di accoglienza".

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