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Raffaella, l’anestesista del Cto da 18 anni perseguitata da uno stalker: “Nessuno mi aiuta”

Raffella Cacciotti è un’anestesista del Cto, da 18 anni è perseguitata da uno stalker che l’ha seguita ovunque è andata senza sosta. Stremata dalle molestie ha paura per la sua stessa vita. L’uomo è stato dichiarato non capace di intendere e di volere, affidato a un tutore la continua a cercare: “Non voglio diventare una sagoma davanti a casa”.
A cura di Valerio Renzi
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Si chiama Raffaella Cacciotti, è un'anestesista del Cto di Garbatella, e da diciotto anni è perseguitata da uno stalker. Da tempo ormai teme per la sua stessa vita, non vuole aggiungersi alle statistiche sui femminicidi nei nostri paesi, ma non riesce a farsi tutelare e proteggere dalla giustizia. La sua storia l'ha raccontata lei stessa ieri dai microfoni di Radio Cusano Campus.

Il suo incubo inizia addirittura nel 1999, quando si trovava di guardia al Policlinico Umberto I dove svolgeva la specializzazione medica: "Sembrava un semplice paziente, non l’avevo mai visto prima, gli ho solo compilato la cartella clinica, questione di pochi minuti, dieci al massimo. Lui, però, consultando la bacheca affissa fuori il reparto, ha scoperto il mio nome, il mio cognome e il mio numero di telefono.

Si tratta di un farmacista omeopata di Grottaferrata, come scoprirà più tardi Raffaella, che la inizia a chiamare e a cercarla in ospedale. "Da lì ho iniziato a spaventarmi, quando arrivava i miei colleghi mi avvertivano ed io scappavo nei sotterranei", racconta. Lo prova a scoraggiare in tutti i modi ma non c'è nulla da fare: l'uomo continua a cercarla , le invia pacchi con dentro "bamboline, biancheria intima usata, calze, vestiti". Ma anche assegni e lettere deliranti in cui sosteneva che Raffaella era "la sua sposa, il suo angelo, che ero sua, che in me vedeva Dio".

Nel 2000 Raffaella va a Barcellona, ma anche lì l'uomo la segue, arrivando a presentarsi fuori l'ospedale dove lavora. Torna a Roma e gli appostamenti continuano finché non decide di denunciarlo "anche se all’epoca ancora non esisteva il reato di stalking e quindi l’ho dovuto denunciare per molestie”. Cambia casa, va a Bologna per lavoro, pensava di essersene liberato e invece lui continua a trovarla e perseguitarla con lettere e appostamenti. Ma a Bologna viene arrestato.

“Nel 2010, dopo varie denunce, è arrivata per lui la prima condanna a un anno di reclusione. – racconta Raffaella – Quasi subito, però, la sentenza è stata annullata, lo stalker finisce agli arresti domiciliari, poi sostituiti con il divieto di comunicazione e di incontro. Ricomincia a inseguirmi, a presentarsi in ospedale, a minacciarmi. Arriva a dire che per uscire con me offre 20.000 euro, ma che se rifiuto le persone a cui voglio bene si faranno male. Poi inizia il periodo della volgarità, dei messaggi sconci, pesantissimi”.

Nel 2012 una seconda condanna a 4 mesi di reclusione e 12.000 euro di multa. Poi i giudici lo dichiarano non in grado di intendere e di volere I giudici nel frattempo lo hanno dichiarato incapace di intendere e volere ma, nonostante sia affidato a un tutore le molestie continuano imperterrite. Dopo tutti questi anni Raffaella è esasperata e non sa più che armi usare per proteggersi: "Io sto continuando a mettere da parte il materiale con cui mi tormenta, mi fido ancora della giustizia, spero che abbiano ragione i Pm, che pensano che questo soggetto non sia pericoloso, ma non si può andare avanti così. E poi non voglio diventare io la prova che invece questo pericoloso lo era. Non voglio diventare una sagoma davanti a casa”.

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