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Politica e corruzione: chiesto arresto per deputato Maietta, presidente del Latina Calcio

Per gli inquirenti è evidente “l’esistenza nel Comune di Latina di un collaudato sistema criminale, radicato nei vertici politico- amministrativi”. Sedici gli arresti, tra cui l’ex sindaco De Giorgi, travolto il centrodestra del capoluogo pontino. Centrale il ruolo del deputato di Fdi Pasquale Maietta, presidente anche del Latina Calcio.
A cura di Valerio Renzi
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Un terremoto politico giudiziario ha fatto tremare ieri mattina i palazzi del potere a Latina. Sedici le misure cautelari eseguite, 8 in carcere e 8 ai domiciliari. Quella che gli inquirenti sono convinti di aver individuata è una vera e propria associazione a delinquere, un sistema collaudato di gestione della cosa pubblica a scopi privati. In carcere è finito l'ex sindaco del capoluogo pontino Giovanni di Giorgi di Fratelli d'Italia.

L'autorizzazione a procedere è stata invece chiesta nei confronti del deputato di Fratelli d'Italia Pasquale Maietta, che è anche il presidente della squadra di serie B Latina Calcia.

L'inchiesta ha al centro proprio un consolidato sistema di potere gestito dal centrodestra di Latina, sconfitto alle ultime elezioni dopo decenni di ininterrotto governo della città, dal candidato civico Damiano Colletta. Il fatti contestati vanno dal 2009 al 2015, il danno alle casse pubbliche è stato stimato attorno ai 2,5 milioni di euro.  “Abbiamo scoperto un sistema di illegalità diffusa – ha dichiarato il procuratore capo di Latina Andrea De Gasperis – con ben 152 appalti assegnati eludendo la gara ad evidenza pubblica, per un valore di 2,4 milioni di euro. Una vicenda che ora segnaleremo anche alla Corte dei Conti e all’Anticorruzione”. Ad essere favoriti imprenditori amici della politica, con il coinvolgimento di molti pubblici funzionari

“Gli esiti della complessiva attività di indagine – sottolinea il gip del Tribunale di Latina, Mara Mattioli nell'ordinanza di arresto – mettono in evidenza l’esistenza nel Comune di Latina di un collaudato sistema criminale, radicato nei vertici politico- amministrativi, incentrato sulla rigorosa applicazione di logiche affaristiche e clientelari in diversi settori, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti a imprenditori legati ai pubblici amministratori ovvero per assicurare voti a sé o ad altri in occasione di competizioni elettorali o per ottenere posti dirigenziali o conferme delle nomine già avute, ossia una gestione della cosa pubblica per fini esclusivamente privati, con ingenti e irreversibili danni all’economia e al territorio del Comune di Latina”.

Centrale sarebbe stato il ruolo del deputato Maietta, di cui gli inquirenti sottolineano anche la vicinanza al clan di rom italiani dei Di Silvio, vicino ai Casamonica di Roma: "La forte influenza del Maietta sull’attività amministrativa – scrive il gip – deriva non solo dalla carica da lui rivestita, ma anche dagli stretti legami con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata locale, a cui risolta parimenti assoggettato il Comune di Latina". Il presidente del Latina Calcio era arrivato a minacciare  un funzionario comunale per aver un gruppo elettrogeno in quello che considerava il "suo" stadio, facendo sentire tutto il peso e la sua infulenza: “Ma tu pensi di fare la guerra a me? Se tu me la vuoi fare, te la faccio io a te, informati bene chi sono; se mi fai la guerra diventa un casino; risolvi sto problema”.

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