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Ospedale di Roma, bufera per il biglietto d’auguri firmato da Ebola

Piovono critiche sull’ospedale romano Lazzaro Spallanzani, specializzato in malattie infantili e tropicali, dove è ricoverato il medico di Emergency colpito dal virus Ebola. L’ospedale ha mandato una mail di auguri in cui a parlare è proprio il virus: “Torno in Africa”. Per molti una scelta di cattivo gusto.
A cura di Valerio Renzi
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Bufera sull'ospedale romano ‘Lazzaro Spallanzani" specializzato in malattie infettive e tropicali, di recente al centro dei riflettori per il ricovero del medico italiano di Emergency in Sierra Leone colpito dal virus Ebola. Ora che il paziente è fuori pericolo l'ospedale decidere di prenderla alla leggere e di scherzare sul virus letale nella mail di auguri ufficiale, ma quello che rimedia è una figuraccia. A mostrare il disegno del biglietto d'auguri disegnato a mano la versione online del quotidiano la Repubblica. Qui il virus con un cappello da Babbo Natale, la valigia in una mano e una falce insanguinata nell'altra, saluta l'ospedale Spallanzani (la cui silhouette sullo sfondo è inconfondibile) e recita "Torno in Africa".

Ad accompagnare il disegno una lettera annunciata come "un'esclusiva eccezionale", perché "Vi scrive direttamente Ebola per formularvi i propri auguri". "Carissimi – recita la missiva con il più classico degli incipit – Per i miei 35 anni, volevo vedere Paesi nuovi. Sapete quanto sia innamorata dell’Africa e di tante persone; soprattutto chi mi ha ospitato sa bene quanto sia morbosa. Ora sono cresciuta; famosa in tutto il mondo, ricercata da tutti negli aeroporti. Sono andata in America, in Spagna, poi mi sono innamorata di un medico italiano: un colpo di fulmin. Lui aveva tutti i sintomi: febbre, cefalea, mal di pancia… È fatta, mi sono detta, mi faccio portare in Italia".

Un'ironia al limite cinica, tipica forse di medici e infermieri, ma forse difficilmente apprezzabile da altri. La lettera prosegue rivendicando indirettamente capacità e bravura del personale dell'ospedale: "Voi fratelli — aids, epatite C, epatite B — mi avevate sconsigliato lo Spallanzani», scrive ancora “Vostra Ebola”, «perché non vi ci siete mai trovati bene, ma io non vi ho dato ascolto. Lo Spallanzani si è rivelato davvero inospitale: sapevano che mi dà fastidio l’ipoclorito di sodio e ne hanno usato a fiumi, il personale ha ostacolato in ogni modo la nostra luna di miele, ha parlato male di me, ha anche creato un’unità di crisi per non farci vivere questa storia d’amore. Mi sono stati sempre addosso, mai un momento di intimità, notte e giorno, sempre pronti, professionalmente preparati, mai una sbavatura, perfetti: anche l’Organizzazione mondiale della Sanità, che mi dà la caccia da anni, li ha elogiati".

Così, visto il trattamento che gli è stato riservato Ebola racconta come abbia deciso di far ritorno a casa: "ho preso una decisione: è Natale e lo lascio; auguro buone feste a lui, alla sua famiglia e anche al personale nonostante abbia trasformato il mio soggiorno in un inferno". E poi la battuta finale, quella che più di tutte suona di cattivo gusto: "Torno in Africa".

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