39 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Moschea di Roma: “Dopo la strage di Parigi chiamati a esame coscienza, no a ignavia”

Dalla Grande Moschea di Roma un messaggio di solidarietà e fratellanza dopo la strage nella redazione dello Charlie Hebdo. Il direttore del Centro Culturale Islamico d’Italia, che gestisce il luogo di culto, ha invitato a riflettere su quanto accaduto e a mobilitarsi conto la violenza e l’oscurantismo.
A cura di Valerio Renzi
39 CONDIVISIONI
Immagine

"Il Centro Islamico Culturale d'Italia – si legge sulla pagina Facebook della Grande Moschea di Roma – condanna con forza l'attentato compiuto ieri a Parigi contro la sede della rivista francese Charlie Hebdo". Nella nota il Centro islamico Culturale d'Italia, che gestisce la Grande Moschea di Roma, la più grande d'Italia e punto di riferimento per migliaia di fedeli,  esprime le proprie condoglianze ai familiari delle vittime della strage di oggi sentendosi “vicino ai Parigini, alle forze dell'ordine della capitale e a tutto il Popolo francese per il brutale attacco subito”.

A intervenire è anche  Abdellah Redouane, direttore del centro, che non solo ha dichiarato la sua vicinanza alle famiglie e ai colleghi delle vittime, ma ha invitato ai fedeli ad un momento di riflessione e a mobilitarsi contro "l'oscurantismo" e alla violenza. Ecco le parole di Redouane: “Quello di oggi è certo in primo luogo il momento nel quale esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime e al popolo francese per il grande tributo di sangue versato, il momento per stringerci a tutti loro e condividerne il dolore, ma è anche un momento per riconsiderare il fallimento del vivere insieme voluto e causato da elementi terroristici. E’ necessario restare uniti contro la barbarie e la violenza e lavorare sempre di più uniti, non solo per garantire e difendere la libertà di stampa e di opinione, ma più in generale per proteggere la democrazia, minacciata da forze oscurantiste di inusitata mostruosità. Ogni silenzio è divenuto ormai intollerabile e inaccettabile, un silenzio pieno di ignavia non può che trascendere nella connivenza e nella complicità. Va respinto. Siamo tutti chiamati a fare un esame di coscienza, ma anche a rispondere a voce alta a questa minaccia. Poiché la minaccia si alimenta del silenzio. Ciò si può fare solo rafforzando il lavoro di chi è impegnato in prima linea in favore del dialogo tra le religioni e le culture e per la promozione dei principi di pluralismo e rispetto della libertà. E' dovere inderogabile di ognuno di noi, di ogni credente”.

39 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views