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Massacrato in metro a Roma. L’accusa: “Volevano uccidere Maurizio”

Il pm ha chiesto il processo immediato, con l’accusa di tentato omicidio, per i tre giovani di Caserta che hanno massacrato di botte in metro Maurizio Di Francescantonio lo scorso 18 settembre.
A cura di Valerio Renzi
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Il pm Luigi Fede ha chiesto che Antonio Senneca, Luigi e Gennario Riccitiello, vengano giudicati con il rito immediato con l'accusa di tentato omicidio. Era lo scorso 18 settembre quando il terzetto di giovani incrociano nella metropolitana B di Roma, all'altezza della stazione di piazza Bologna, Maurizio Di Francescantonio, un 37enne che viaggia con la madre. L'uomo chiede loro di non fumare, ne nasce un diverbio che finisce con un brutale pestaggio filmato dalle telecamere di video sorveglianza.

I tre amici, originari di Caserta, sono venuti a Roma per partecipare ad una festa di musica elettronica allo Spazio Novecento. È domenica pomeriggio ma non sono ancora andati a dormire, hanno assunto alcol e droghe e sono su di giri, stanno andando alla Stazione Termini per tornare a casa. A farne le spese Maurizio, che viene ricoverato e operato al Policlinico Umberto I per le botte ricevute alla testa, mentre riporta fratture e lesioni in diverse parti del corpo.

Secondo il gip Ezio Damizia i tre ragazzi sapevano quello che facevano, erano "consapevoli di poter uccidere", eppure non avrebbero esitato a mettere in campo una "inusitata violenza", colpendolo con calci in testa "quando era già in terra".

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