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Marino, il prefetto ordina: “Via la Panda dal parcheggio del Senato”

L’interrogazione parlamentare presentata dal senatore di Ncd Augello viene accolta dal Viminale: revocata l’autorizzazione al sindaco per parcheggiare la sua automobile nell’area riservata ai senatori. Il prefetto Pecoraro: “Non c’è più pericolo”.
A cura di Enrico Tata
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La Panda rossa del sindaco dovrà essere spostata. Ignazio Marino non potrà più parcheggiare nell’area di sosta riservata ai senatori, a pochi passi da Palazzo Madama e dalla sua abitazione. Questo perché ”sono venute meno le esigenze che avevano a suo tempo determinato l'adozione di minime misure prudenziali: nell'arco di tempo intercorso dal provvedimento non sono stati registrati pericoli per il sindaco e i suoi familiari”. Con queste parole motiva la decisione il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Dopo tre flash mob e una lettera di protesta firmata da 30 senatori e indirizzata al presidente del Senato Grasso, il Viminale ha risposto positivamente all'interrogazione parlamentare mesi fa da Andrea Augello, senatore del Nuovo centrodestra. L'autorizzazione al parcheggio verrà revocata. "Ora – tuona Augello – il Sindaco di Roma si è convinto che anche lui, come tutti i comuni mortali, deve parcheggiare la sua automobile in un garage a pagamento e non nel parcheggio del Senato, a cento metri dalla sua abitazione, con tanto di carabinieri in garitta a sorvegliare giorno e notte la sua Panda rossa". Dal Campidoglio hanno appreso la notizia"con stupore" e nei prossimi giorni il sindaco provvederà a togliere la macchina dalla piazzola video sorvegliata nei pressi del Senato. Questa mattina il presidente del Senato Piero Grasso incontrerà Pecoraro per parlare della questione e poi provvederà alla revoca dell’autorizzazione.

 Marino, il caso della Panda rossa

Tutto ha inizio a maggio 2013, quando Marino si dimise da senatore dopo l'elezione a sindaco di Roma. Conservò però il privilegio di parcheggiare la sua automobile nell’area di sosta sorvegliata del Senato, in piazza di San Luigi dei Francesi. Un’autorizzazione che gli fu concessa dal prefetto Pecoraro a seguito di alcuni atti vandalici proprio ai danni della sua utilitaria. Motivi di sicurezza, quindi. Una scelta che però non è andata già a molti senatori: prima l’interrogazione di Augello, che proprio oggi ha avuto risposta, e poi sit in, flash mob e una lettera indirizzata a Grasso. “Dopo più di un anno – dice Augello – la mia interrogazione consente di fare chiarezza sulle singolari modalità che hanno permesso al sindaco di usufruire di un privilegio che non ha precedenti nella storia del Senato. Nella risposta, infatti, viene chiarito che fu proprio Ignazio Marino, dopo aver subito alcuni graffi alla Panda, a richiedere al prefetto di poter usufruire di un parcheggio sorvegliato, sentendosi minacciato. Il prefetto a sua volta si è rivolto al presidente del Senato per verificare la sua disponibilità ad accogliere la Panda nel parcheggio del Senato. Da allora, per 14 mesi, il sindaco non ha neppure preso in considerazione l’idea di affittare un posto auto in un’autorimessa privata”.

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