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Mafia Capitale: “Roma Capitale dimezzerà le commissioni”, parola di Orfini

“Stiamo lavorando sul dimezzamento delle commissioni capitoline che da 24 diventeranno 12. Essendo un nuovo atto ci sarà anche l’azzeramento di tutte le presidenze che verranno nominate nuovamente”. Così Matteo Orfini, presidente del Partito democratico e commissario del partito romano al termine dell’incontro con il sindaco Ignazio Marino.
A cura di Enrico Tata
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"Stiamo lavorando sul dimezzamento delle commissioni capitoline che da 24 diventeranno 12. Essendo un nuovo atto ci sarà anche l'azzeramento di tutte le presidenze che verranno nominate nuovamente". Così Matteo Orfini, presidente del Partito democratico e commissario del partito romano al termine dell'incontro con il sindaco Ignazio Marino. Il dimezzamento delle commissioni era una misura a cui già aveva pensato il Consiglio comunale ma, dopo i nuovi arresti e le nuove intercettazioni che emergono nel nuovo filone di inchiesta su "Mafia Capitale", Marino e Orfini hanno deciso di stringere i tempi. Sulla richiesta di dimissioni di Fabio Melilli, segretario regionale del Pd Lazio, coinvolto in alcune intercettazioni che riguardano la figlia, Orfini è categorico: "Non vedo il perché, non c'è nulla. Si tratta di un colloquio con Odevaine in cui stabiliscono un incontro tra la figlia di Melilli e lo stesso Odevaine per discutere di un'eventuale collaborazione non pagata che poi non c'è neanche stata. Quindi una conversazione tra due persone che non si conoscevano fino a quel momento, Melilli e Odevaine, per una cosa che non era un lavoro ma una collaborazione volontaria che nemmeno si è verificata. Non vedo proprio il motivo, quindi, per cui si dovrebbe dimettere. Ovviamente Melilli credo sia umanamente amareggiato come ogni padre che vede tirata in ballo sua figlia in una vicenda che non ha alcuna rilevanza. Non c'è alcuna ragione per cui debba fare un passo indietro", ha aggiunto Orfini.

Il Campidoglio: "Irrilevante la telefonata fra Buzzi e Silvia Decina"

L'ufficio stampa del Campidoglio ha risposto, con un comunicato, sul testo delle intercettazioni pubblicate oggi dai giornali di una telefonata tra il capo della segreteria del sindaco Marino, Silvia Decina, e Salvatore Buzzi. "La telefonata risulta del tutto estranea all'inchiesta della procura della Repubblica poiché non figura come prova a carico dell'arrestato in quanto giudicata penalmente irrilevante. Per quanto invece riguarda il merito della vicenda, nel settembre 2014 – aggiunge la nota – Decina chiama Salvatore Buzzi a proposito di un'iniziativa imprenditoriale di interesse della multinazionale Leroy Merlin, finalizzata all'espansione commerciale della propria attività attraverso l'apertura di un nuovo punto vendita nella zona della Barbuta, periferia sud di Roma nota sino ad oggi solo per l'insediamento di un campo nomadi. Dalla trascrizione del colloquio emerge con tutta evidenza che il colloquio avviene per dare riscontro a Buzzi della presentazione del progetto, che Decina e Buzzi non si conoscono tant'è che è necessaria una preliminare presentazione e che Decina si limiti a comunicare l'interesse dell'amministrazione a verificare la preventiva fattibilità della proposta". L'Ufficio stampa del Campidoglio aggiunge che "quello che i quotidiani non scrivono è che la proposta, a seguito dell'istruttoria compiuta dagli uffici competenti di Roma Capitale, fu giudicata non realizzabile in quanto non compatibile con gli strumenti urbanistici attualmente vigenti. Spiace pertanto che gli organi di informazione non abbiano colto l'occasione per evidenziare che la buona amministrazione può consentire alla magistratura di non intervenire".

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