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Mafia Capitale, Odevaine: “Buzzi riferimento di Alemanno nel sociale”

Tangenti edilizie, accordi tra maggioranza e opposizione, Salvatore Buzzi riferimento nel Sociale per Alemanno. Ne ha per tutti Luca Odevaine, ex vice capo del gabinetto di Veltroni, poi capo della Polizia provinciale con Nicola Zingaretti e ora coinvolto nel processo su Mafia Capitale.
A cura di Enrico Tata
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Tangenti edilizie, accordi tra maggioranza e opposizione,  Salvatore Buzzi  riferimento nel Sociale per Alemanno. Ne ha per tutti Luca Odevaine, ex vice capo del gabinetto di Veltroni, poi capo della Polizia provinciale con Nicola Zingaretti e ora coinvolto nel processo su Mafia Capitale. “La destra non aveva soggetti economici di riferimento, dunque l'amministrazione Alemanno, nel giro di qualche anno, individuò nel ‘sistema Buzzi' il riferimento nel settore del sociale per l'aggiudicazione dei lavori”, ha detto Odevaine al pm Paolo Ielo in un interrogatorio del 15 ottobre. E poi ha raccontato al procuratore di una presunta tangente che sarebbe stata pagata da Caltagirone all’allora sindaco in carica Gianni Alemanno, a Francesco Smedile, prima consigliere Pd poi Udc, e a Umberto Marroni, ex capogruppo del Pd in Campidoglio e ora deputato.

Riccardo Mancini, ex amministratore delegato dell’Ente Eur, “mi disse – ha dichiarato Odevaine – che era stata pattuita una tangente, pagata da Caltagirone, in relazione all'affare edilizio della Bufalotta. Mi disse che non ero particolarmente amato neppure dai miei referenti politici: in particolare, mi disse che in occasione di un incontro tra il sindaco e il capogruppo dell'opposizione Marroni e il presidente della commissione urbanistica Smedile, entrambi appartenenti all'apposizione, era stata chiesta la mia testa”. La ragione, secondo Odevaine, è da ricercare proprio in quell’area alla Bufalotta, “un settore di interesse su cui vi era stata una forte pressione di Smedile e Marroni, pressione cui il commissario Mario Morcone (commissario straordinario del Comune di Roma dopo le dimissiono di Veltroni) ed io resistemmo, nel senso che facemmo passare le delibere che erano state già approvate in commissione, mentre bloccammo altre. Con Alemanno, i due ripresero la questione”.

Sia Marroni che Alemanno hanno già risposto a Odevaine, pronti entrambi a denunciarlo per calunnia. “Una follia detta per sentito dire da un imputato di Mafia Capitale a cui l'avrebbe riferita un altro imputato di Mafia Capitale”, ha scritto Marroni in una nota. “Nel suo delirio si dimentica un piccolo particolare: la nostra Amministrazione non ha approvato alcuna delibera riguardante Bufalotta, i cui atti politici e amministrativi risalgono tutti all'epoca di Veltroni”, sono le parole dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Anche Caltagirone pronto a querelare Odevaine: "In relazione alle notizie di agenzia relative alle dichiarazioni del Sig. Luca Odevaine, il Gruppo Caltagirone precisa – si legge in una nota – che la convenzione urbanistica Bufalotta è di proprietà dei gruppi Parnasi e Toti; che il Gruppo Caltagirone ha costruito alcuni fabbricati residenziali nel quartiere acquistando le aree dai suddetti gruppi già convenzionate nonchè completamente urbanizzate dai medesimi; che il Cav. Lav. Caltagirone non ha mai avuto rapporti nè con l'on. Smedile nè con l'on. Marroni, anzi l'on. Marroni è stato uno dei più fieri avversari del Gruppo Caltagirone per lui ‘reo' di avere legittimamente acquistato in borsa una partecipazione in Acea".

"Accordi tra Alemanno e Pd: 400mila euro per ogni consigliere"

Odevaine ha raccontato ai pm anche di presunti accordi tra l’amministrazione allora guidata da Alemanno e il gruppo del Partito democratico all’opposizione. “Umberto Marroni, nella sua qualità di capo dell'opposizione Pd all'epoca dell'amministrazione Alemanno, aveva chiuso con il sindaco un accordo in forza del quale ciascun consigliere comunale aveva a disposizione una somma, originariamente quantificata in 400 mila euro, da destinare a iniziative di suo interesse”, è la versione di Odevaine. Affermazione, anche questa, smentita da Marroni: “Come sanno tutti, in quanto scritto nella legge del testo unico degli enti locali, i consiglieri comunali non hanno alcun ‘potere di spesa’ ma solo di indirizzo e controllo -spiega- A scanso di equivoci, sulle false polemiche sul consociativismo in quegli anni, ricordo che le nostre battaglie di opposizione in Consiglio Comunale sono state fatte tutte alla luce del sole”.

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