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Mafia Capitale, Marino rifiuta la scorta: “Non mi sento in pericolo”

“Il prefetto non è il mio papà. Io faccio il sindaco, lui fa il prefetto”, dice Ignazio Marino mentre pedala per le vie di Testaccio.
A cura di Enrico Tata
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Non si sente in pericolo Ignazio Marino, e per questo rifiuterà la scorta che il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, gli metterebbe a disposizione. “Il prefetto non è il mio papà. Io faccio il sindaco, lui fa il prefetto”, dice Ignazio Marino mentre pedala per le vie di Testaccio. “Mi chiedo come si possa andare in una macchina chiusa in una giornata così bella a Roma. Mi ha fatto bene psicologicamente prendere la bici perché in tanti mi hanno fermato, mi hanno chiesto di farsi un selfie con me, mi hanno incoraggiato ad andare avanti, a fare pulizia, a portare questa città alla dignità che merita”, è il parere del il primo cittadino. Marino incontrerà Pecoraro proprio domani e gli spiegherà, tra le altre cose, che lui la scorta non la vuole: "Se non ci sono evidenze di un pericolo fisico credo di non averne bisogno”, ha detto il sindaco ieri dopo essere intervenuto alla Factory365, un evento organizzato dai giovani del Partito Democratico. "Forse quegli uomini e quelle macchine potrebbero essere utilizzate, per esempio, per la sicurezza nelle nostre periferie", ha aggiunto sull'inchiesta sul “Mondo di mezzo” che sta terremotando la Capitale.

"Ora facciamo un po' di differenziata, separiamo i buoni dai cattivi. Ma non buttiamo tutto", ha risposto Marino a due signore che gli chiedevano un commento sull'inchiesta sul “Mondo di mezzo” che sta terremotando la Capitale. Tra l'altro, come fa notare questa mattina il Messaggero, Factory365, la convention dei giovani democratici, si svolge nell'area della Città dell'Altra Economia. Socio di punta del consorzio di questa struttura è proprio la Cooperativa 29 Giugno presieduta da Salvatore Buzzi e al centro delle indagini su Mafia Capitale.

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