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Lazio record di opere incompiute. Calatrava “Le Vele saranno terminate”

Sono 693 le opere pubbliche incompiute in Italia. Lazio maglia nera con ben 82 cantieri avviati e mai terminati, tra questi le Vele dell’archistar Santiago Calatrava che dovevano essere consegnate per i mondiali di nuoto del 2009. Calatrava: “Sono sicuro che l’opera sarà completata”.
A cura di Valerio Renzi
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In Italia sono 693 le opere pubbliche incompiute e il Lazio è maglia nera con 82 progetti avviati e mai terminati. A dare i numeri in questione è stato questa mattina il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Riccardo Nencini, intervenuto durante il convegno "Opere incompiute: quale futuro?", svoltosi alla Città dello sport di Tor Vergata, lì dove sorge una delle più discusse e importanti opere mai terminate: le così dette ‘Vele' dell'archistar Santiago Calatrava.

"Sono convinto che le Vele saranno terminate, quelli come questo sono progetti generazionali che si muovono su tempi lunghi, anche quindici anni", ha risposto così l'architetto spagnolo Santiago Calatrava parlando dell'opera che ha progettato per i mondiali di nuoto 2009, i cui lavori sono iniziati nel 2005 ma che non è mai stata ancora completata. Calatrava ha anche spiegato che ora "siamo circa al 70-75% dei lavori" e che "in 30 anni di carriera non mi è mai successo che un'opera iniziata non fosse completata". Nel corso del convegno l'architetto ha anche mostrato video di altre sue opere che hanno richiesto molti anni per essere terminate.

Nencini ha poi sottolineato come per terminare le opere rimaste incompiute servirebbe più di 1 miliardo di euro, una cifra che ha definito "forse eccessivamente abbondante pensando alle opere che ormai non sono più necessarie". Poi il viceministro ha rivolto un appello alle amministrazioni locali, i particolare alle Regioni, affinché, "forniscano i dati che servono per concludere l'analisi delle opere incompiute ed evidenziare quindi quali vanno portate a conclusione e quali hanno la caratteristica della priorità" evitando così il commissariamento.  "Per la carenza fondi pubblici, le opere – ha aggiunto Nencini – andranno associate al mondo dell'impresa privata, che potranno utilizzare quel bene anche con una destinazione d'uso diversa da quella iniziale il tutto con un vantaggio di non consumare altri pezzi del territorio, utilizzando beni che potrebbero svolgere una buonissima funzione".

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