Il Comune di Roma lascia i bambini rom a piedi
Quando la toppa è peggio del buco. Questa mattina 25 linee del trasporto scolastico si sono presentati nei campi nomadi della Capitale per portare i bambini a scuola. Ma nessuno è potuto salire a bordo diretto verso il proprio banco per il suono della prima campanella. Non ci sono gli operatori, quindi gli autisti non hanno potuto accogliere nessuno.
"Una situazione paradossale – racconta un'operatrice dell'Arci – il comune ha inviato i pulmini, spendendo così anche dei soldi, anche se i bambini non potevano utilizzarli. Ci siamo trovati di fronte agli autisti spiazzati che non sapevano nulla della situazione, pensando di lavorare come ogni anno con gli operatori dei progetti di scolarizzazione. Invece è tutto fermo: noi non possiamo fare il nostro lavoro e i bambini sono rimasti a piedi".
Come raccontato ieri da Fanpage dopo vent'anni non è ripartito il progetto di scolarizzazione nei campi rom: se il comune è andato in deroga per tutti i servizi scolastici, dopo che il maxi bando per il loro rinnovo è stato bloccato dal Tar del Lazio, questo non è valido per i progetti di scolarizzazione dei campi rom. Un settore quello dei servizi e della gestione dei campi definito come "attenzionato" dopo l'inchiesta su mafia capitale, anche se nessuno degli enti coinvolti nella scolarizzazione è stato neanche sfiorato dall'indagine.
Nel pomeriggio un incontro in Campidoglio tra le associazioni e l'assessore alla Scuola Marco Rossi Doria che, in un lungo post su Facebook sulla vicenda, ha garantito la volontà dell'amministrazione di trovare una soluzione stabile per il servizio.
