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Blitz antiterrorismo a Roma e nel Lazio: presunto jihadista faceva proseliti in carcere

Operazione antiterrorismo questa mattina all’alba in Roma e nel Lazio. Perquisite numerose abitazioni e notificato avviso di custodia in carcere a uomo già detenuto per reati comuni. Considerato un membro dell’organizzazione libica Ansar Al-Sharia affiliata ad Al Queda, avrebbe fatto proselitismo in carcere.
A cura di Valerio Renzi
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Un blitz antiterrorismo è scattato questa mattina all'alba a Roma e nel Lazio. Denominata dagli inquirenti ‘Operazione Black Flag', l'azione ha portato alla perquisizione delle abitazioni di numerose persone in tutta la regione, sospettate di essere vicine a network jihadisti, e all'arresto di un presunto membro di Ansar Al-Sharia, considerata affiliata ad Al Qaeda e attiva in Libia. Si tratta di Hmidi Saber, 34 anni, di nazionalità tunisina.

Ansar Al-Sharia è stata inserita nel 2014 nella lista delle organizzazioni terroristiche da parte dell'ONU, ed ha portato a termine il sanguinoso attentato contro la sede diplomatica Usa del 2012 a Bengasi. Altri particolari verrano resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11.00 nella sede della Questura di Roma.

L'indagine, portata avanti dalla Digos di Roma  sotto la direzione del vicequestore Mauro Fabozzi, è scaturita da alcune risultanze investigative a seguito dei controlli dopo l'attentato al mercatino di Natale a Berlino e ai movimenti in Italia di Anis Amri. L'uomo raggiunto dall'avviso di custodia cautelare già si trovava in carcere per reati comuni, e proprio tra le mura della prigione avrebbe fatto opera di proselitismo per l'organizzazione jihadista.

Rinvenuta una bandiera dell'Isis

Nella casa di Ciampino di Hmidi Saber gli agenti hanno rinvenuto una bandiera dell'Isisè la prima volta che ne viene sequestrata una in Italia. Le indagini si stanno concentrando sulla rete di cittadini tunisini e libici con cui l'arrestato era in contatto. Da quanto si apprende l'uomo è finito in carcere per la prima volta nel 2011, arrestato nel quartiere romano di San Basilio con l'accusa di spaccio. E proprio in carcere, durante la detenzione nel penitenziario di Velletri, l'uomo avrebbe iniziato il suo percorso di radicalizzazione.

L'attività di proselitismo jihadista in carcere

Uscito dal carcere di Velletri il 34enne aveva iniziato una nuova vita, segnata da una pratica religiosa assidua e dalla frequentazione di centri di culto. Dopo aver preso contatto con Ansar Al-Sharia, avrebbe manifestato l'intenzione di andare in Siria per combattere con il Califfato. Dalle intercettazioni è emerso come l'arrestato fosse in contatto con Zarrouk Kamal, morto in Siria nella città di Raqqa, nota roccaforte dell'Isis.  Nel febbraio 2015 Saber sarebbe a capo di un gruppo di preghiera nel penitenziario di Civitavecchia, dove indottrina i compagni e sarebbe anche il mandante di una spedizione punitiva di un detenuto che si lamentava delle preghiere.

Trasferito nel carcere di Secondigliano a Napoli, lo scorso maggio sarebbe stato il responsabile di una violenta aggressione verso un detenuto nigeriano di fede cristiana. Da qui continua la peregrinazione dell'uomo nei penitenziari di Salerno e poi Viterbo, a causa delle numerose violazioni disciplinari e tentativi di organizzare i compagni di carcere attorno a lui.

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