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Associazioni Lgbtq alla sindaca Raggi: “Roma in ritardo sulle unioni civili”

Roma potrebbe essere l’ultima grande città d’Italia a celebrare le unioni civili. Mentre Milano, Napoli, Bologna , Torino e Palermo hanno deciso di non aspettare la promulgazione dei decreti attuativi nella capitale è ancora tutto fermo. Per questo le associazioni Lgbtq hanno deciso di scrivere alla sindaca Virginia Raggi.
A cura di Valerio Renzi
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Il variegato arcipelago dell'associazionismo Lgbtq romano ha deciso di scrivere una lettera alla sindaca di Roma Virginia Raggi. Oggetto della missiva: la celebrazione delle unioni civili nella capitale, all'indomani dell'approvazione della legge. Secondo le associazioni, tra cui il Circolo Mario Mieli e le Famiglie Arcobaleno, Roma sarebbe infatti in significativo ritardo, rispetto soprattutto alle altre grandi città che hanno deciso di non aspettare la promulgazione dei decreti per cominciare a registrare le unioni civili.

"Appare evidente che Roma , come altre città italiane, ha scelto di non iniziare a celebrare le unioni civili prima dell'emanazione dei decreti, nonostante ciò sia comunque previsto dalla legge 76/2016.
Questa scelta ribadisce un fatto: Roma sarà molto probabilmente l'ultima tra le grandi città a celebrare le unioni civili. Torino, Palermo, Napoli, Bologna, Milano e molti altri grandi comuni si sono già mossi dando dimostrazione di ‘volerci essere" e al più presto dalla parte dei diritti civili", si legge nella lettera

La lettera prosegue chiarendo quale dovrebbe essere il ruolo della comune della capitale d'Italia secondo le associazioni: "La posta in gioco, infatti, riguarda certamente i diritti dei cittadini e delle cittadine romane, ma anche il ruolo della capitale quale esempio da seguire per gli altri 8000 comuni d'Italia. Ci sono migliaia e migliaia di coppie, in tutta Italia, che aspettano di unirsi da oltre 30 anni, alcune delle quali hanno anche gravi problemi di salute".

Oltre a chiedere un incontro alla sindaca il mondo Lgbtq si augura che la nuova amministrazione sostenga la battaglia per "la piena uguaglianza delle cittadine e dei cittadini omosessuali di questo Paese e per il contrasto alla violenza di genere" e che "Roma si metta alla testa di un grande movimento di città e sindaci italiani per il matrimonio egualitario".

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