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Volevano inondare Roma di hashish, sequestrati 800 chili: 3 pusher in manette

I tre spacciatori sono stati arrestati dopo una lunga e articolata indagine della Squadra Mobile di Roma, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Capitale.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Si riunivano, per discutere dei loro affari illeciti, in un locale del quartiere Prati a Roma i tre pusher arrestati dagli agenti della Polizia di Stato che stavano inondando di hashish, ma non solo, le piazze di spaccio del quadrante sud-est di Roma. I tre spacciatori sono stati arrestati al seguito di un'articolata e complessa indagine degli uomini della Squadra Mobile di Roma che, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia della Capitale, hanno notificato nei confronti dei tre soggetti gli ordini di custodia cautelare firmati dal gip del Tribunale di Roma: si tratta di noti pregiudicati, Alessandro Valeri, Enzo Centra e Danilo Colazingari, che sono finiti in carcere con l'accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti che venivano poi smerciate nelle piazze di spaccio capitoline.

Contestualmente all'operazione che ha portato ai tre arresti – partita nell'aprile del 2017 con l'arresto di un altro spacciatore, Giuseppe Morleo – i poliziotti hanno sequestrato oltre 800 chili di hashish, 3 chili di marijuana e 800 grammi di cocaina, insieme a due pistole con matricola abrasa. Le operazioni hanno portato anche all'arresto di Alessandro Valeri, fratello di Fabrizio, pizzicato in flagrante ad occultare ingenti quantitativi di droga tra cui l'amnesia, conosciuta anche come "droga della camorra", così chiamata perché tra gli effetti c'è quello di procurare una temporanea perdita di memoria: la sua assunzione a lungo termine può causare danni anche irreversibili al cervello.

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