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Virginia Raggi vieta le slot machine nel centro storico di Roma

La scorsa settimana è stata depositata una delibera consiliare che vieta le sale slot nel centro storico di Roma e introduce un limite di distanza dai luoghi sensibili (almeno 500 metri da scuole e chiese) per le altre zone della città.
A cura di Enrico Tata
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"Roma dichiara guerra al gioco d’azzardo. Basta all'effetto Las Vegas. Basta alla giungla di slot machine nella città". Virginia Raggi vieta le slot machine nel centro storico di Roma. Lo annuncia con un post sul blog di Beppe Grillo informando che la scorsa settimana è stata depositata una delibera del consiglio comunale sul regolamento delle sale slot a Roma. Nella Capitale ci sono oltre 294 sale e più di 50mila slot machine, cioè circa il 12 per cento di tutte quelle presenti in Italia. Con le nuove regole verranno introdotti limiti di distanza (almeno 500 metri) dai cosiddetti  luoghi “sensibili” come scuole, centri sportivi, chiese, caserme e sportelli bancomat. Inoltre l'utilizzo delle macchine sarà possibile solo in determinati orari della giornata, cioè dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22 nei giorni feriali, mentre nei giorni festivi non sarà consentito. Queste regole saranno valide in tutta la città, ma non nel centro storico: nel cuore di Roma le slot machine saranno vietate. "Si vieta infatti l’uso delle slot machine nei perimetri del centro – scrive Raggi – e nelle aree pedonali o comunque interdette alla circolazione dei veicoli".

Si tratta, spiega la sindaca, "di una grande azione a tutela dei cittadini che cerca di trovare una soluzione al gioco d'azzardo, fenomeno che in Italia ha assunto connotati assolutamente preoccupanti contro il quale il Movimento Cinque Stelle si sta battendo con forza anche a livello regionale e nazionale. Un fenomeno ormai profondamente radicato nel tessuto socio-economico del nostro Paese e ancor di più nella nostra città se si considera che i costi sociali e sanitari legati al gioco d'azzardo patologico pesano sulla collettività per una cifra compresa tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui".

Il Codacons: "Non serve a niente, il problema sono le periferie"

Quella annunciata dalla sindaca è "una misura sbagliata e discriminatoria che non servirà a combattere la piaga del gioco d'azzardo nella capitale". Così il Codacons, che spiega che "il vero problema non è certo il centro storico di Roma, ma sono le periferie". "Qui si registra una concentrazione abnorme di sale slot, con il record su via Tiburtina che in pochi km fa registrare addirittura 23 locali adibiti al gioco d'azzardo, spesso ubicati vicino scuole, parrocchie e centri sportivi. Porre limiti solo in centro equivale a creare discriminazioni, perché si tutela la salute dei cittadini ricchi che abitano in zone centrali, abbandonando quelli che risiedono in periferia", dice il presidente dell'associazione Carlo Rienzi.

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