Virginia Raggi ospite da Michele Santoro, su Atac: “Se privatizzata, il biglietto costerebbe 4 euro”
Rifiuti, Atac e conti pubblici del Campidoglio. Ospite in collegamento nella nuova trasmissione di Michele Santoro ‘M', in onda ieri sera su Rai Tre, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha risposto alle domande sulle tre principali criticità della Capitale. Sulla questione delle nomine per cui è indagata per falso, sui suoi rapporti con Beppe Grillo e sulla scelta della sua squadra di governo e dei suoi collaboratori, tra cui anche Raffaele Marra, braccio destro poi ripudiato, la prima cittadina non ha fornito spiegazioni.
Su Atac la Raggi, rispondendo alle domande di Santoro e di Riccardo Magi, segretario dei Radicali Italiani, che proprio sulla municipalizzata che gestisce il trasporto pubblico hanno promosso un referendum cittadino, ha dichiarato: "Le condizioni nelle quali versa l'azienda le avete descritte, era stata lasciata da quelli ‘bravi' in una situazione di semi-coma. Quello che vogliamo fare noi è che Atac fornisca un servizio che rimanga pubblico. Noi stiamo cercando di risanare questa società, che gestisce 12mila dipendenti, anche in ragione di tutti i soldi che il Comune ci ha messo dentro. Dopo averci messo tutti questi soldi noi che facciamo: svendiamo il servizio ai privati? Poi che diciamo ai cittadini quando il privato dirà che il biglietto sulle linee non remunerative, quelle di periferia, costerà 4 euro? I soldi non ce li devono fare i privati soprattutto sulla pelle dei romani". In merito proprio al referendum cittadino per la messa a bando del servizio di trasporto pubblico (il referendum si farà, ha assicurato la sindaca), Raggi ha detto che "un esempio di privato fallimentare già lo abbiamo: Roma Tpl infatti, che gestisce il 20% del servizio (per legge una parte del servizio pubblico deve essere gestito da privati ndr.), spesso non paga regolarmente gli stipendi né rispetta il contratto di servizio".
"Al contrario di quanto dice la sindaca è oggi che i soldi sul servizio li fanno i privati, mentre in capo al pubblico restano il debito e i disagi dei cittadini. Nel momento in cui si fa la gara il pubblico stabilisce quanto, a che ora e a quale costo si fanno passare i bus in periferia, nelle mani del pubblico rimane la programmazione strategica del servizio", ha replicato Riccardo Magi.
Virginia Raggi su Ama: "Abbiamo bisogno di cinque anni per completare il nostro progetto"
“Il nostro progetto prevede un arco di tempo che dura una consiliatura per essere completato su tutta Roma. Il quartiere ebraico è stato il nostro banco di prova. Siamo partiti con il censimento di due Municipi, il VI e X, che sommati insieme raggiungono 500mila abitanti. Siamo al 40% del censimento delle utenze e già abbiamo scoperto più di 12mila utenze che Ama non conosceva, ovvero utenze fantasma. Si tratta di persone che buttavano l’immondizia ma di fatto non pagavano la tariffa all’Ama”, ha detto la sindaca commentando la situazione della raccolta rifiuti nella Capitale.