Vigili assenteisti: 15 medici indagati per certificati falsi
Falso in certificazione medica. Questa l'accusa per per i 15 medici finiti nel registro degli indagati nell'inchiesta sulla due giorni di assenteismo di massa dei vigili urbani di Roma. Stando a quanto dichiarato dagli stessi professionisti, sentiti dai carabinieri nell'ambito delle indagini coordinate dai magistrati Stefano Fava e Nicola Maiorano,, i certificati di malattia presentati dai caschi bianchi per ottenere l'esonero dal turno di Capodanno sarebbero stati stilati senza effettuare la visita, su richiesta del paziente. Per gli agenti della municipale che hanno usufruito dell'attestato senza presentarsi a controllo, l'ipotesi di reato, invece, è quella di truffa.
Se gli indagati sono solo 15 il numero dei camici bianchi convocati a colloquio dall'autorità giudiziaria è di 180 persone a fronte del numero, significativamente più alto, degli agenti che hanno disertato il servizio. Si tratta di 803 vigili, tra cui 80 hanno dichiarato di aver donato il sangue; 106 hanno beneficiato della legge 104 per l'assistenza a un parente disabile; 33 hanno usufruito di un permesso sindacale e 34 del congedo per grave infermità di un familiare. 533 quelli che hanno esibito un certificato medico per malattia. Intanto cinque vigili urbani sono stati sospesi senza stipendio dal in servizio per 8-12 giorni. Ma l'assenteismo di massa sarebbe stato fomentato e coordinato attraverso Facebook da alcuni caschi bianchi dei quali tre compaiono nel registro degli indagati per l'ipotesi di tentata interruzione di pubblico servizio. L'accusa è stata formulata dopo che gli agenti del nucleo speciale frodi tecnologiche della finanza, a inizio febbraio, avevano trovato, durante una perquisizione negli uffici del primo gruppo dei vigili, alcune comunicazioni rilevanti ai fini investigativi.