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Viaggio dell’orrore per dieci tigri da Latina in Russia: una è morta, nove in fin di vita

In viaggio da Latina fino a uno zoo in Russia dal 22 ottobre, costrette in gabbie così piccole che a malapena riescono a muoversi. Una tigre è morta e nove sono in fin di vita in quello che si è rivelato essere un viaggio infernale: la traversata sarebbe dovuta durare 48 ore, ma a causa di alcuni intoppi burocratici le tigri sono bloccate al confine tra Polonia e Bielorussia.
A cura di Natascia Grbic
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Una tigre morta, tutte le altre in fin di vita. È il bilancio drammatico che vede protagonisti questi animali, costretti a un viaggio tremendo da Latina fino in Russia. Lo denuncia la Lav, pubblicando immagini e video agghiaccianti che mostrano le condizioni in cui sono costrette le tigri, chiuse in gabbie minuscole da diversi giorni. I felini non possono muoversi e sono costretti in uno spazio angusto tra cibo, urine e feci. Uno è già deceduto, le condizioni degli altri non fanno sperare per il meglio. Le tigri sono partite da Latina il 22 ottobre e attualmente si trovano bloccate al confine tra Polonia e Bielorussia a causa di intoppi burocratici che impediscono di varcare il confine. E la Lav ha annunciato che sporgerà denuncia contro i responsabili della vendita degli animali.

"Le tigri sono rinchiuse in casse completamente inadeguate per un viaggio così lungo, e la morte degli animali prova che questo trasporto non è stato effettuato tenendo in considerazione le loro esigenze – dichiara la Lav in un comunicato – Anche le autorizzazioni presentano delle incongruenze, riportando genericamente la presenza di “animali in cassa” quando, secondo il Regolamento CE 1/2005 deve essere specificata la specie degli animali trasportati. Per queste ragioni presenteremo una denuncia per maltrattamento ed uccisione degli animali, dal momento che chi ha scelto di usare queste modalità di trasporto ha condannato questi animali a sofferenza e morte, come poi drammaticamente avvenuto. È evidente che il risparmio nell’operazione commerciale ha avuto un ruolo fondamentale sulla sorte di questi animali, e che i responsabili della vendita saranno chiamati a risponderne".

La fondazione Animal Advocacy and Protection ha offerto la sua disponibilità a prendere in carico gli animali per portarli nei propri Santuari e centri di recupero. Al momento la richiesta non è stata ancora accettata.

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