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Un fiume di cocaina dall’Olanda alle piazze di spaccio di San Basilio e Tor Bella Monaca

Sequestrati duecento chili di cocaina, tre auto modificate per trasportare la cocaina attraverso mezza Europa, tre pistole e un fucile d’assalto. A capo dell’organizzazione un cittadino albanese, che teneva i contatti con i fornitori e poi rivendeva lo stupefacente comportandosi come un grossista della droga.
A cura di Redazione Roma
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Un fiume bianco di cocaina dall'Olanda a Roma. Un traffico internazionale di droga per rifornire le piazze di spaccio di San Basilio e Tor Bella Monaca e non solo. Si è conclusa oggi all'alba l'operazione Aquila Nera che ha portato all'arresto di 17 persone, ritenute dagli inquirenti membri della medesima associazione a delinquere finalizzato al traffico di droga. Un'inchiesta lunga e articolata, condotta dalla Squadra Mobile che ha progressivamente smantellato l'organizzazione, gestita principalmente da cittadini di nazionalità albanese. Questa mattina gli ultimi 9 arresti, che hanno portato in carcere anche Lulzim Daui, considerato al vertice dell'organizzazione, colui che coordinava le operazioni di importazione, i viaggi e poi la distribuzione, tenendo anche i contatti con i fornitori di cocaina.

Una flotta di auto modificate per il traffico di droga

Fermato anche il corriere che, grazie a vetture modificate con dei doppi fondi, portava lo stupefacente da Rotterdam a Roma attraversando mezza Europa. L'organizzazione poteva contare su una flotta di tre auto modificate per il traffico di droga un'Alfa Romeo Giulietta, una Nissan Juke e una Lancia Delta. Identificati e arrestati anche tre grossi acquirenti che si rifornivano dal grossista, si tratta di due italiani e di un albanese. Centrali inoltre i "centri di smistamento" organizzati  a Tor Bella Monaca e San Basilio, dove sono stati sequestrati 200 chili di cocaina e diverse pistole, oltre a mazzette di denaro in contante.

Cocaina venduta tra i 28 e i 35mila euro al chilo

"La cocaina, nel panetto in sottovuoto, veniva poi confezionata con un'ulteriore copertura di caffè o pepe e ricoperta da nastro isolante per renderla non individuabile dai cani antidroga. – si legge in una nota – Sul panetto era poi impresso un simbolo o una scritta che era indicativa della qualità dello stupefacente (maiale – aquila – S8) e veniva successivamente venduta a Roma al prezzo che variava tra i 28 e i 35 mila euro al chilo a seconda del quantitativo acquistato e delle modalità di pagamento".

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