Un anno dall’omicidio di Emanuele Morganti, ma la verità sulla morte del 20enne ancora non c’è
Un anno fa Emanuele Morganti è stato ucciso ad Alatri. Il 20enne è stato riempito di calci e pugni all'uscita del Mirò Music Club, locale che si trova nel centro storico del paese ciociaro. Per la sua morte sono indagate quattro persone, tutte rinviate a giudizio: Franco Castagnacci, il figlio Mario Castagnacci, il fratello di quest'ultimo Paolo Palmisani e Michael Fortuna, uno dei buttafuori del locale. Il processo ancora non può essere celebrato, perché i legali dei quattro imputati hanno chiesto il trasferimento del procedimento dal Tribunale di Frosinone a un'altra sede perché, sostengono, ad Alatri "c’è una situazione di tensione tale che potrebbe turbare lo svolgimento del processo". I giudici della Corte di Cassazione decideranno in merito il prossimo 19 aprile. Due giorni fa ad Alatri è stata organizzata una messa in ricordo del ragazzo scomparso.
La ricostruzione dell'omicidio di Emanuele Morganti
Emanuele Morganti è stato picchiato a sangue all'uscita del Mirò Music Club di Alatri. All'1 e 30 del 26 marzo Emauele, la sua fidanzata e alcuni amici si ritrovano al locale. All'interno Emanuele ha un diverbio con un ragazzo e viene trascinato all'esterno dai buttafuori. Comincia il linciaggio: un gruppetto di persone aggredisce il 20enne, lui scappa ma viene raggiunto. Lo colpiscono con pugni e calci e poi qualcuno gli fa battere la testa contro la portiera di un'automobile parcheggiata in piazza. Crolla a terra. Questi i risultati dell'autopsia eseguita sulla salma del ragazzo: Morganti avrebbe riportato una "frattura cranica nella regione fronto-parietale sinistra" che potrebbe essere stata provocata dall'urto della testa "contro un ostacolo fisso e rigido come in particolare il montante trasverso di uno sportello chiuso di un'autovettura su cui il soggetto, cadendo pesantemente, possa aver battuto con il capo". Esiste, però, anche una "teorica compatibilità" della frattura "con un bastone o un manganello vibrato attivamente e violentemente".