Turista morto al Colosseo, la risposta di CoopCulture: “Nessuno ci ha chiesto aiuto”
"Nessuno del nostro personale in servizio ha ricevuto richiesta di soccorso". Questa la risposta di CoopCulture, il gestore della biglietteria del Colosseo, a quanto riportato ieri dal Messaggero in merito alla morte di un turista austriaco, che si è sentito male mentre stava visitando il monumento romano insieme alla moglie e alla figlia domenica scorsa. Secondo una testimone, una guida turistica, nessuno aveva a disposizione i defibrillatori che, forse, avrebbero potuto salvare l'uomo. "Ho parlato con un ragazzo che aveva il badge di CoopCulture, gli ho chiesto: ‘Ce l'avete un defibrillatore? È urgente'. E lui mi ha risposto: ‘No'". La procura ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e i risultati dell'autopsia serviranno a chiarire se la vittima si sarebbe potuta salvare con un intervento di primo soccorso più rapido.
Il Colosseo dovrebbe avere in dotazione almeno quattro defibrillatori di nuova generazione e in effetti CoopCulture, al Messaggero, conferma: "Quello che è avvenuto domenica è un fatto molto serio, tragico e grave: se qualcuno di noi avesse ricevuto quel tipo di richiesta e l'avesse negato, avrebbe commesso un reato. Quindi ci teniamo a sottolineare che nessuno ha fatto richiesta di defibrillatori al Colosseo. Abbiamo fatto accertamenti tra tutte le persone di turno». La stessa Soprintendenza archeologica di Roma tende a prendere le distanze dal fatto. Dall'entourage di Francesco Prosperetti dicono: «Al Colosseo non risulta abbiano chiesto al personale della Soprintendenza alcun aiuto. I defibrillatori sono ovviamente a disposizione".
