Tre denunce sullo Stadio della Roma: “Nel progetto un’infinità di fatti illeciti”

La sindaca Virginia Raggi è indagata per abuso d'ufficio perché avrebbe dato il via libera per il nuovo stadio della Roma prima di farlo approvare dal consiglio capitolino. "La cosa che ci ha veramente indispettito è stato il fatto che nonostante la legge preveda che il sindaco porti la variante del piano regolatore in consiglio comunale prima di avere le osservazioni e le opposizioni eventuali, questo non è stato fatto. È stato quindi saltato un passaggio fondamentale. Questo ci ha mandato su tutte le furie e abbiamo presentato la denuncia per aver omesso un atto pubblico che doveva essere fatto assolutamente", ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it l'architetto Francesco Salvitto, che ha presentato, per conto dell'associazione Tavola per la libera urbanistica, la prima denuncia da cui sono partite le indagini. Per il gip bisogna "approfondire la sussistenza e le eventuali ragioni di una evidente violazione di legge che, laddove ravvisata, supererebbero le argomentazioni del magistrato inquirente in tema di dolo intenzionale e dall’altra fare luce sul tema della mancata convocazione ed acquisizione del parere sulla commissione urbanistica nell’iter per l’approvazione della delibera".
Altre due denunce sullo Stadio: "All'interno del progetto un'infinità di fatti illeciti"
Ma sul nuovo impianto di Tor di Valle pesano altre due denunce, presentate anche queste da Sanvitto: la prima riprende un fascicolo su cui aveva già lavorato l'ex magistrato Ferdinando Imposimato e riguarda la vendita e l'acquisto dei terreni su cui sorge l'ippodromo di Tor di Valle. La seconda riguarda la variante del piano regolatore, che praticamente è stato presentato da un privato. "Ci siamo accorti che la procedura aveva in all'interno un'infinità di fatti illeciti, di leggi interpretate in modo deforme, faceva acqua da tutte le parti. Quando i 5 Stelle sono andati al governo hanno cambiato opinione: lo stadio si può fare ma fatto bene, ma significava ricominciare da capo. E invece hanno tolto le torri e tolto un ponte. Noi abbiamo cercato di avvertire sempre tutti che le cose non andavano, non gli è importato nulla a nessuno. Hanno vinto le elezioni, possono fare lo stadio dove vogliono, però devono rispettare le norme di legge", ha dichiarato Sanvitto.