Tragedia sfiorata al carcere di Cassino per un cedimento strutturale: 100 detenuti trasferiti

Tragedia sfiorata al carcere di Cassino, dove si è verificato un cedimento strutturale di una parte dell'edificio che ospita la casa circondariale. Tutto è cominciato domenica sera, quando alcuni detenuti del terzo piano della III Sezione detentiva hanno sentito strani rumori provenienti dall'intelaiatura dell'edificio. Per questo sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno dichiarato, al termine di un approfondito sopralluogo, inagibile tutta la terza sezione. Cento detenuti sono stati per questo trasferiti nelle case circondariali di Viterbo e Rieti in attesa di ulteriori approfondimenti. A darne notizia è stato il sindacato di polizia penitenziaria Sappe, il cui segretario per il Lazio, Maurizio Somma, parla di "tragedia sfiorata ma annunciata, visto che da tempo denunciamo , da soli, la fatiscenza del carcere di Cassino. "Avevano chiesto, come Sindacato Sappe, di ragionare, nel corso della stesura del Piano Carceri, di prevedere un nuovo penitenziario per Cassino, ma la nostra richiesta è rimasta lettera morta. Ci si dovrebbe allora vergognare per come sono stati lasciati allo sbando il Personale di Polizia Penitenziaria e i detenuti del carcere, in condizioni insalubri, indecenti e vergognose. Una situazione assurda, da tempo ben nota a tutti, ma che non ha trovato scandalosamente una soluzione. Il degrado del carcere di Cassino è vergognoso e non avere raccolto le lamentele sindacali è davvero incomprensibile", spiega il segretario generale del Sappe Domenico Capece.
Per il cedimento strutturale Assotutela ha già annunciato l'intenzione di presentare un esposto in procura per accertare le cause di quanto accaduto. "Inammissibile che, superata ampiamente la soglia del Duemila, esistano ancora edifici di proprietà pubblica aperti al pubblico servizio ma pericolanti e bisognosi di interventi straordinari. Siamo contenti che non ci siano scappati morti o feriti e che i vigili del fuoco abbiano disposto l'inagibilità e l'interdizione dei locali ma, come associazione che difende i diritti dei cittadini, sollecitiamo le istituzioni a procedere con una ricognizione complessiva delle case circondariali del territorio al fine di dare a guardie penitenziarie e detenuti luoghi sicuri", spiega Michel Emi Maritato, presidente di Assotutela.