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Tra le streghe di Roma: passeggiata il 1° novembre fra rituali magici e cerimoniali segreti

La magia e la stregoneria, come anche la scaramanzia, erano parte integrante dell’affascinante mondo dell’antica Roma. Da non perdere quindi la visita guidata di mercoledì 1° novembre, nel suggestivo palcoscenico del Colle del Celio, alla scoperta di tutti i rituali e di tutte le credenze che dagli inizi hanno accompagnato il popolo romano.
A cura di Matilde De Bisogno
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Mercoledì 1° novembre alle ore 17:00 partirà da via della Navicella, davanti all'ingresso di Villa Celimontana, una passeggiata evocativa di circa 2 ore alla scoperta della stregoneria e della magia bianca nella Roma antica. Fra rituali, gesti, usanze e cerimoniali, la visita guidata condurrà i partecipanti indietro nel tempo, regalandogli un'esperienza stimolante e memorabile. Il tour, condotto da Catherine Velly, storica dell'arte in possesso dell'abilitazione di guida turistica, visti i temi di cui si parlerà è poco adatto ai bambini. Quota di partecipazione, 10 euro. Per prenotazioni e maggiori informazioni, visitate il sito ufficiale dell'Associazione.

Tra magia e superstizione

Agli albori dell’età romana, dalla fondazione fino a circa metà dell’era repubblicana, la parola "mago” era pressoché sconosciuta. Con l’avanzare delle conquiste, Roma non solo acquisì conoscenze, etnie e popoli, ma assimilò anche le loro credenze, religioni e pratiche magiche, come i metodi per propiziare la nascita di un figlio maschio o femmina appellandosi a diversi dei, quelli per mantenere in vita un nascituro e la madre, così come la preparazione di filtri d’amore, pozioni contro il malocchio e i dolori e riti di fertilità. All'epoca streghe e maghi erano malvisti, tanto che si dovettero promulgare leggi via via più severe con l’espansione del fenomeno, passando dalla semplice multa alla confisca dei beni, fino ad arrivare, in età imperiale da Tiberio in poi, alla pena di morte per chi esercitava arti magiche. Ma i romani erano anche un popolo legato alle superstizioni, che arrivano addirittura a regolarne le giornate a partire dal mattino, quando per scendere dal letto si doveva necessariamente poggiare prima il piede destro e successivamente uscire di casa con lo stesso piede. Tanti erano anche i segnali di sventura, come ad esempio lo squittire dei topi di notte, la rottura improvvisa di una trave della propria casa, il rovesciare il vino, il sale o l’olio, e durante le cerimonie starnutire, far cadere qualcosa, nominare i fulmini. Ad ogni modo, c'era la possibilità di sopperire alla mala sorte con amuleti e talismani, in pietra o in metallo, che il più delle volte venivano indossati sotto forma di gioielli ed ornamenti.

Come raggiungere via della Navicella

  • In metro, linea B fermata Colosseo.
  • In autobus, linee 81-673-792-628.
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