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Topi al Tribunale di Roma: “Processi a rischio”

Acqua non potabile e invasione di topi nelle tubature. Il presidente della Corte d’Appello Luciano Panzani denuncia la situazione con una lettera inviata a consiglieri e dipendenti: “Attività rallentate, ridotto l’uso delle aule di udienza. Tra un mese ritorno alla normalità”.
A cura di Enrico Tata
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Acqua non potabile e invasione di topi nelle tubature dell’impianto di riscaldamento. E' emergenza negli uffici della Corte d'appello di Roma. Un allarme lanciato proprio dal presidente Luciano Panzani, che ha inviato una lettera ai consiglieri della Corte e ai dipendenti. "Allo stato non vi sono pericoli per il personale e per il pubblico" e che la "situazione è costantemente monitorata. In data 6 novembre si sono verificate anomalie di funzionamento dell'impianto di condizionamento dell'edificio di via Romeo Romei che hanno reso necessaria la disattivazione dell'impianto". Così il presidente Panzani, che annuncia anche l’avvio di un intervento di derattizzazione e la procedura di bonifica delle tubature, con “la conseguenza che, fino al completamento delle opere, l'acqua deve essere considerata non potabile". Secondo il presidente della Corte d'Appello "la situazione potrà tornare alla normalità non prima di trenta giorni nel frattempo si cercherà di ridurre al minimo l'utilizzo delle aule di udienza, soprattutto nei casi di presenza di molte persone, ricorrendo alla collaborazione degli altri uffici giudiziari".

Corte d'appello di Roma, interviene anche il Codacons

Sul caso è intervenuto il Codacons. Sulle condizioni igieniche, nei giorni scorsi era stata proprio l'associazione dei consumatori a inviare un esposto al presidente Mario Bresciano e al procuratore Giuseppe Pignatone in merito alla situazione dei bagni di un’altra sede romana: il tribunale penale. Uno scenario “desolante e disarmante”, denuncia il Codacons. “I servizi igienici destinati al pubblico che si trovano nella palazzina A e B degli uffici giudiziari di piazzale Clodio sono caratterizzati dalla totale assenza di chiavi o altra soluzione per poter chiudere al porta dei bagni, a discapito della benché minima privacy”. E poi, aggiunge l’associazione a tutela dei consumatori, “non c'è traccia di carta igienica né di sapone mentre in terra la quantità di polvere è talmente elevata da lasciare impronte al passaggio delle scarpe”.

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