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Covid 19

Test sierologici nel Lazio, positivi al coronavirus 5 farmacisti su 125: tasso di contagio al 4%

L’11 maggio la Regione Lazio ha iniziato a effettuare i 300mila test sierologici su operatori sanitari e forze dell’ordine per verificare il tasso di circolazione del virus. Nella Asl Roma 2 sono risultati positivi 5 farmacisti su 125: un tasso di contagio al 4% (che potrebbe scendere nei prossimi giorni), superiore a quello atteso dalle Regione Lazio del 3%.
A cura di Natascia Grbic
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Su 125 farmacisti sottoposti al test sierologico a tappeto della Regione Lazio, 5 sono risultati positivi al coronavirus. Questo il risultato degli esami nel territorio della Asl Roma 2, e reso pubblico oggi dal comunicato della Regione Lazio, in cui i cittadini vengono aggiornati sulla situazione relativa al coronavirus nel Lazio. I cinque farmacisti positivi al test sierologico sono adesso – come da protocollo – in attesa di tampone. Si tratta di un primo dato parziale, che nella categoria (tra le più esposte al contatto con il pubblico) segna per ora una percentuale di contagio al 4%. Secondo quanto dichiarato dall'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato prima dell'11 maggio, data in cui si è iniziato a effettuare i test, il tasso atteso di circolazione del coronavirus nel Lazio è ‘intorno al 3%‘.

Quello della Asl Roma 2 è ovviamente un primo dato parziale sulla circolazione del virus tra i farmacisti a Roma, e non è detto che nei prossimi giorni non possa scendere. Si tratta di una percentuale bassa, ma superiore a quella attesa dalla Regione Lazio. I farmacisti sono una delle categorie più a contatto con i cittadini, soprattutto anziani e con problemi di salute. Sin dall'inizio della pandemia hanno richiesto di essere trattati alla stregua del personale sanitario, e ricevere in dotazione i meccanismi di protezione individuali proprio come negli ospedali.

La campagna di test sierologici, ‘la più grande indagine di sieroprevalenza mai condotta in Italia', è cominciata l'11 maggio e sarà effettuata su 300mila tra operatori sanitari (inclusi medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, farmacisti e operatori delle strutture private accreditate e anche coloro che si occupano della pulizia, dei servizi, anche esternalizzati, e gli operatori delle Rsa) e forze dell'ordine. Chi dovesse risultare positivo al test, che evidenzia se si è stati infettati dal virus in passato, dovrà contattare il proprio medico e recarsi con ricetta e codice fiscale a uno dei drive in dove si effettuano i tamponi, unico strumento in grado di determinare se si è ancora positivi o meno al coronavirus.

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