Terrorismo, espulso 31enne: inneggiava alla “conquista di Roma” da parte dell’Isis
Un trentunenne egiziano è stato espulso dall'Italia con l'accusa di terrorismo: l'uomo era stato appena scarcerato dalla casa circondariale di Parma. Lo riferisce il Viminale: è il secondo caso in meno di ventiquattro ore dopo quello dei due egiziani, padre e figlio, sui quali pende un'ordinanza di custodia cautelare a Como.
L'uomo era stato segnalato dal Dipartimento Affari Penitenziari per aver "posto in essere, con comportamenti aggressivi e minacciosi, un'attività di proselitismo islamico in chiave radicale nei confronti di altri detenuti, distribuendo proclami jihadisti che inneggiavano alla "conquista di Roma" da parte dell'autoproclamato stato islamico ed alla sconfitta dei nemici crociati".
Inoltre, l'uomo aveva annunciato di avere l'intenzione di compiere "un'azione eclatante" una volta rimesso in libertà, nonché di avere sentimenti di odio verso l'Italia stessa. E così, una volta scarcerato da Parma, è stato immediatamente rimpatriato, con accompagnamento nel proprio Paese con volo diretto al Cairo da Roma.
Con il suo rimpatrio, salgono così a 242 le espulsioni con accompagnamento nel proprio paese eseguite dall'Italia a partire dal 1° gennaio 2015. Si tratta, nello specifico, di rimpatri riguardanti soggetti che orbitano in ambienti dell'estremismo religioso. Proprio ieri era stato arrestato a Milano il cinquantunenne egiziano Sayed Fayek Shebl Ahmed, ex mujaheddin che aveva combattuto in Bosnia, il quale avrebbe convinto il figlio ventitreenne Saged Sayed Fayek Shebl Ahmed ad andare a combattere in Siria, dove si trova attualmente e sul quale pende un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, al quale veniva corrisposto anche un assegno di 200 euro mensili per il suo mantenimento. Per motivi di pubblica sicurezza, la moglie e madre dei due, di quarantacinque anni, era stata rimpatriata invece in Marocco.