Terremoto Amatrice, la Prefettura di Rieti trova casa a una famiglia con bimbo autistico
Da due notti vivono in un camper, dopo aver perso la casa e il lavoro nel terribile terremoto che ha sconvolto il Centro Italia. Parliamo della famiglia di Marco, un bambino autistico di 10 anni di Amatrice, che dopo il sisma è costretta a fronteggiare nuove difficoltà. La famiglia di Marco – padre madre e una sorella più grande che a settembre doveva iniziare le superiori ad Ascoli Piceno – abitava a un chilometro dal centro storico di Amatrice, di cui rimane in piedi solo un palazzo.
La storia della famiglia di Marco è quella di tante altre famiglie di Amatrice. Ma nel loro caso al dramma del terremoto si aggiungono le particolari condizioni del bambino. Inoltre, la fabbrica dove il papà di Marco lavorava come operaio è crollata e l'uomo non ha più un lavoro. Ecco allora che la mamma del ragazzo, Roberta Galli, aveva lanciato un appello tramite una sua conoscente, poi ripreso dal sito "Per noi autistici": “Non so quali siano le mie necessità a volte guardo più lungo, a volte a domani, ma di sicuro non possiamo stare in una tenda con Marco. Un conoscente, un angelo ci ha prestato un piccolo camper, ma non possiamo resistere per molto così. Abbiamo chiesto anche alla Prefettura di Rieti se è possibile trovare per noi una sistemazione in questa città. Stiamo aspettando, non abbiamo la tv quindi non sappiamo se il governo abbia previsto aiuti per chi si trova nelle nostre condizioni".
In poco tempo, sfidando i luoghi comuni sulla lentezza della burocrazia, la prefettura di Rieti si è attivata, come ha comunicato su Facebook la mamma di Marco: "Un grazie immenso a tutti, vi volevo comunicare che sono stata contattata dalla prefettura di Rieti che sta provvedendo per un alloggio a Rieti consono a Marcolino. Un grazie e un bacio grande a tutti coloro che si sono adoperati". Erano stati in tanti, infatti, a rispondere all'appello della donna: un altro bel segno della solidarietà che il nostro Paese ha saputo esprimere all'indomani del dramma, in barba a tutti i professionisti dell'odio e delle bufale.