Terremoto Amatrice, in cinque a processo per il crollo di due palazzine popolari: morirono 18 persone
I cinque indagati per il crollo di due palazzine di edilizia popolare durante il terremoto del 24 agosto 2016 ad Amatrice affronteranno un processo. Lo ha stabilito il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Rieti, Pierfrancesco de Angelis, che ha accolto le conclusioni delle indagini coordinate dai pubblici ministeri Rocco Gustavo Maruotti e Lorenzo Francia. Al centro dell'inchiesta il crollo di due palazzine ex Iacp-Ater in piazza Augusto Sagnotti, ad Amatrice, il borgo del Reatino che venne quasi completamente distrutto dal violento sisma dell'agosto 2016 nel Centro Italia. Secondo l'accusa, quelle due palazzine, tra le cui macerie persero la vita 18 persone, crollarono non solo a causa del terremoto ma anche per difetti nella costruzione: "materiali inadeguati", "pilastri troppo sottili" e "armature esigue", secondo i pm. Da qui le accuse di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni a carico di cinque persone coinvolte a vario titolo nella progettazione e costruzione delle palazzine: l'allora direttore tecnico della Sogeap, impresa appaltatrice dei lavori, Ottaviano Boni e Luigi Serafini, amministratore unico della stessa Sogeap, il presidente pro-tempore dell'Istituto autonomo case popolari (Iacp) Franco Aleandri, il geometra della Regione-Genio Civile Maurizio Scacchi e Corrado Tilesi, che all'epoca della costruzione ricopriva la carica di assessore ad Amatrice. Il processo si aprirà a Rieti il 19 settembre, a quasi due anni esatti dal terremoto che sconvolse la vita non solo delle famiglie di quelle 18 vittime, ma di tutte le persone (quasi 300) che persero la vita.