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Terremoto ad Amatrice, 5 indagati per le 19 persone morte nel crollo delle case popolari

Cinque persone sono indagate per il crollo delle palazzine popolari in piazza Sagnotti, ad Amatrice, durante il terremoto dello scorso 24 agosto. Sotto le macerie morirono 19 persone e tre rimasero gravemente ferite. I cinque, tra cui figurano ex responsabili della ditta che costruì le palazzine, l’ex presidente pro-tempore dell’Iacp, un geometra della Regione Lazio e un ex assessore di Amatrice, sono accusati in concorso di lesioni, disastro e omicidio colposi.
A cura di Francesco Loiacono
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Cinque persone sono indagate in relazione al terremoto che lo scorso 24 agosto distrusse Amatrice e il Centro Italia. Nel mirino dei pubblici ministeri di Rieti, con le accuse di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose in concorso, sono finiti due ex responsabili della ditta che costruì due palazzine di edilizia popolare in piazza Sagnotti, l'ex presidente pro-tempore dell'Istituto autonomo case popolari, un geometra della Regione Lazio e un ex assessore di Amatrice. Sono le prime persone che potrebbero finire a processo per i danni e le vittime provocate dal forte sisma dello scorso agosto.

Tutti gli indagati sono piuttosto anziani – la loro età va dai 63 agli 85 anni – dal momento che l'anno di costruzione delle case popolari, poi crollate in mezzo ad altri edifici rimasti in piedi, è il 1971. Quattro persone non sono più perseguibili in quanto decedute. I pm Rocco Gustavo Maruotti e Lorenzo Francia contestano ad alcuni degli indagati di aver usato materiali inadeguati nella costruzione degli edifici, sotto le cui macerie il 24 agosto dello scorso anno sono morte 19 persone e altre tre sono rimaste gravemente ferite. Altri indagati sono poi accusati in merito ai nulla osta per la costruzione delle palazzine.

Il procuratore di Rieti: Palazzine costruite molto male, sono andati a risparmio

La notizia dell'avviso di conclusione indagini, che solitamente precede quella di richiesta di rinvio a giudizio, è stata anticipata dal Tg1: "Le palazzine sono state costruite molto male, e questo non si è verificato per altre palazzine costruite nella stessa piazza dalla stessa impresa – ha detto il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva -. Sono andati a risparmio, un problema di costi e di profitti. Il fatto che si tratti di un edificio costruito dallo Stato ci addolora, bisognerebbe fare di più, laddove c'è una responsabilità pubblica le cose appaiono sicuramente di una gravità maggiore".

Nel registro degli indagati sono finiti il 79enne O.B. e l'84enne L.S., rispettivamente direttore tecnico e amministratore unico della Sogeap, impresa appaltatrice dei lavori di costruzione. Indagati anche l'84enne F.A., che nel 1971 era il presidente pro-tempore dell'Iacp, il 63enne M.S., geometra alle dipendenze della Regione Lazio e l'ex assessore di Amatrice C.T., di 85 anni.

Nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari i pm scrivono: "Tutti i pilastri risultavano molto sottili, con spessore prevalente pari a 20 centimetri, e la loro armatura era esigua". Il pm Maruotti ha aggiunto: "Per come erano state realizzate sarebbero crollate con qualsiasi sisma".

Oltre all'inchiesta sul crollo delle case popolari di piazza Sagnotti, la magistratura reatina procede anche sul crollo dell'albergo e ristorante Roma in via dei Bastioni. Altre inchieste, tra cui quella sulla caserma dei carabinieri e sull’ampliamento del palazzo comunale, sono state invece archiviate negli scorsi mesi.

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